NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Due docenti vicentine protagoniste di un libro di esperienze tra le due guerre

L’attualità di un racconto che si snoda nel paesaggio Altoatesino e presenta uno spaccato di storia italiana degli anni ’30 con continui riferimenti all’ambiente soprattutto umano

di Mario Bagnara
mario.bagnara@fastwebnet.it

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Due docenti vicentine protagoniste di un libro di

Tra i numerosi libri che in questo periodo di vacanze, sia pur limitate e saltuarie, ho avuto modo di "recuperare" alla mia appassionante lettura, c'è anche il volumetto "Tu non fuggi mai dalla mia testa" che, pubblicato recentemente dalla Casa Editrice Athesia di Bolzano (185 pp.), è stato premiato nella sezione narrativa della quarta edizione del Premio "Autori da scoprire - Ambientazione Alto Adige", indetto dalla Provincia Autonoma di Bolzano. Le parole del titolo si riferiscono al «testo di un telegramma con il quale - si precisa nell'introduzione - un ragazzo alto atesino dichiara il suo amore a Elda Boselli, una giovane maestra mantovana, mandata alla fine degli anni '30 in Alto Adige a italianizzare quelle terre»: vi fa preciso riferimento il sottotitolo "Esperienze" di una maestra nell'Alto Adige, tra le due guerre, per ben quattro anni, dal 1935 al 1939, in tre sperdute località ove in edifici di fortuna, sotto la gestione dell'ONAIR (Opera Nazionale di Assistenza all'Italia Redenta) erano in funzione le scuole diurne - elementari, miste a più classi, rette ovviamente da un solo insegnante, nominato dopo un adeguato corso di formazione. Per molti diplomati dell'Istituto Magistrale, nella penuria di posti fissi assicurati da rari concorsi nazionali statali, questa era l'unica possibilità di occupazione; riservata a, comunque fortunati, «maestri di confine... araldi dell'italianità», con «una importante missione da compiere - precisa già nel primo dei 27 capitoli il Provveditore agli Studi di Trento durante la cerimonia di consegna degli attestati - una missione pura, eroica, lontana dagli interessi puramente materiali». E ne è sicuramente un'interprete carismatica Elda Boselli che nel 1985 e nel 2000 ha avuto la possibilità di tornare a rivedere le sue scuole di Marga di Terento, Pezzé di Luson e S. Antonio Val Giovo, incontrando oltre che suoi vecchi e affezionati alunni, anche loro nipoti negli stessi edifici scolastici ora elegantemente rinnovati nel generale benessere della regione autonoma, senza trascurare una visita alla lapide posta nel cortile del Duomo di Bressanone, un tempo cimitero, che riporta, fra i caduti della seconda guerra mondiale, anche il nome di un "impossibile" amore del tempo, Hermann Sloschek, morto in Russia. Suggestivo a questo proposito l'apparato fotografico che soprattutto nelle venti pagine finali mette a confronto passato e presente.

 

Il "romanzo" di Luciana Chittero Villani

Ebbene tutto questo è raccontato da Luciana Chittero Villani, insegnante vicentina di adozione (presso l'Istituto Magistrale "Fogazzaro"), nata a Sanluri in provincia di Cagliari da padre sardo e madre friulana, la cui attività letteraria, documentata da antologie poetiche e narrative, a partire dai primi anni '90, ha ottenuto ampi consensi non solo fra i lettori, ma anche in concorsi nazionali. "Tu non fuggi mai dalla mia testa", anche se appare come un'antologia di racconti brevi, è in realtà il suo primo romanzo di cui, insieme con le avvincenti avventure, colpisce il lettore lo stile vivace e incisivo che raggiunge i suoi vertici espressivi nei dialoghi, "inventati" sì, come dichiara l'autrice stessa, ma molto pertinenti alla realtà delle situazioni descritte. In effetti, come si precisa in quarta di copertina, è «una storia vera, avvincente come un romanzo» che personalmente definirei "storico", frutto anzitutto delle confidenze fattele per oltre un anno dall'anziana maestra protagonista, vissuta a Vicenza dopo il matrimonio contratto alla vigilia della seconda guerra mondiale, ma anche delle diligenti ricerche effettuate nell'Archivio Provinciale di Trento e nelle visite personali compiute presso le sedi scolastiche interessate, ottenendo la collaborazione degli stessi docenti e allievi attuali: il tutto inquadrato nel periodo storico delineato dalla bibliografia citata in appendice. «Ho composto quindi un mosaico - conclude Luciana Chittero Villani - utilizzando le tessere che man mano mi venivano fornite, colmando i vuoti e armonizzando il tutto con la mia creatività».

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