NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Consiglieri di maggioranza in prima linea

Due giovani esponenti della coalizione che sostiene Cimatti, Elisa Cavalli e Ilaria Brunelli, si distinguono per l’attivismo in consiglio comunale

di Gianni Celi

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Consiglieri di maggioranza in prima linea

Come sono cambiati i tempi della pubblica amministrazione! Un tempo (e non tanti anni fa) i consiglieri eletti dal popolo per contribuire al governo della città, con i loro voti e con i loro contributi, erano persone che vivevano dietro le quinte della politica. Poco si sapeva della gran parte di loro e nei consigli comunali molto pochi di loro intervenivano. Ci sono stati consiglieri, più volte eletti, in città, che nella loro lunga vita amministrativa, non sono mai, dico mai, intervenuti durante i dibattiti consiliari. Morale della favola: la maggior parte di loro serve soltanto ad alzare la man quando il presidente del Consiglio comunale recita la fatidica frase: «Chi approva, chi non approva, chi si astiene». Queste considerazioni vanno riferite, in via principale, ai consiglieri di maggioranza. Ecco invece che nelle ultime settimane abbiamo assistito a due interventi, da parte di altrettanti consiglieri della maggioranza che governa la città, che meritano una particolare attenzione. I due interventi di cui parleremo, guarda caso, sono di due donne giovanissime: una è Elisa Cavalli, del Partito Democratico e l'altra è Ilaria Brunelli, di Bassano Congiunta. Differenti sono stati i motivi che hanno spinto le due amministratrici a muovere l'interesse della pubblica opinione. La prima s'è fatta sentire con una nota che ha presentato una proposta quanto mai interessante, mentre la seconda s'è soffermata a giudicare il tanto discusso film del registra Patierno che sta per essere girato in città.

Elisa Cavalli propone l'istituzione di un'anagrafe pubblica degli eletti in Consiglio comunale. Sentiamo le sue parole: «Cosa accade il giorno dopo le elezioni amministrative? Che fine fanno e quale attività svolgono sindaci, assessori e consiglieri comunali? E ancora, che decisioni assumono, quando e come? Sono queste le domande dei cittadini a cui noi amministratori dovremmo rendere costantemente conto. Dopo la progettazione dell'Urban Center, la creazione dell'anagrafe pubblica degli eletti sarà un ulteriore passo per perseguire uno degli obbiettivi cardine della nostra quotidiana attività amministrativa, ossia la trasparenza. Del resto è proprio nei Comuni che si prendono la maggior parte delle decisioni che incidono sulla quotidianità dei cittadini ed è proprio qui che bisognerebbe "misurare" il volume delle attività proposte e come rispetto a queste, gli amministratori locali si rapportano con i comportamenti concreti. Ho quindi proposto al sindaco Cimatti (delega alla Comunicazione) e al nuovo assessore Zonta (delega all'organizzazione interna) di calendarizzare l'istituzione e la messa online di questa anagrafe che dovrebbe includere i dati anagrafici pubblici degli eletti, i loro incarichi e deleghe amministrative, le presenze/assenze durante i consigli comunali e le commissioni consiliari, gli interventi in Consiglio Comunale, i gettoni di presenza percepiti annualmente, le proposte che vengono fatte dai singoli amministratori, ecc... Insomma una sfida per gli stessi eletti! Un lavoro non facile e non veloce visto l'enorme quantità di materiale prodotto, ma che a lungo termine varrà la pena aver fatto. Un altro passo, come dicevo, che accorcerà la distanza tra eletti ed elettori in un momento in cui la crisi della politica è determinata proprio da questo problema».

Ottima sicuramente la proposta, ma c'è il timore che si tratti soltanto di uno dei tanti sogni dettati da uno spirito giovanile che ha veramente a cuore quella trasparenza di cui tanto si parla. Staremo a vedere se questo succederà e, oltretutto, se tutti i gruppi consiliari accetteranno un'iniziativa del genere. Vi terremo informati.

L'altro intervento, dicevamo, è quello della consigliera Ilaria Brunelli, inseritasi nella diatriba sul film con Abatantuono perché delegata dal sindaco a seguire il tema della cultura e dell'identità veneta. Chi non conoscesse Cimatti penserebbe che Bassano sia guidata da un leghista doc in quanto una delega di tal fatta affidata da un sindaco, che è sicuramente tutto fuorché leghista, mai nessuno se la sarebbe sognata. Ed è stata proprio lei a scendere in campo a spada tratta non appena sono scoppiate le polemiche sul film "Cose dell'altro mondo". Da dire, fra parentesi, che il regista ha difeso, nel corso di un incontro con la stampa, la trama del suo film spiegando anzitutto di essere veneto al cinquanta per cento avendo vissuto una fanciullezza tutta trevigiana ed in secondo luogo di non avere alcuna intenzione di voler dileggiare i veneti con questa sua pellicola. Comunque la Brunelli ha difeso l'operato del sindaco così spiegando: «Esprimo grande soddisfazione per il risultato raggiunto dall'Amministrazione di Bassano, che ha ottenuto la modifica di una scena che rischiava di offendere la bandiera del Veneto. Al contrario delle polemiche esplose riguardo l'ospitalità concessa da Bassano del Grappa alla troupe di Patierno, l'Amministrazione ha operato in maniera costruttiva, puntando ad incidere positivamente sulla sceneggiatura. E così, su richiesta del Sindaco Cimatti, il regista ha accettato di togliere dalla scena la bandiera con il leone di San Marco».

«In particolare - continua la consigliera della lista civica Bassano Congiunta - la scena incriminata vedeva un gruppo di giovani benestanti ubriachi, improvvisare sketch razzisti sventolando "una grossa bandiera veneta con il leone di San Marco". L'abbinamento della bandiera con una scena palesemente eccessiva, discredita ovviamente il simbolo storico e culturale della nostra terra. Il leone di San Marco, oggi ripreso nella bandiera del Veneto, rappresenta nei secoli valori di apertura e diplomazia: Venezia fu la prima potenza europea a creare una stabile rete di ambasciatori presso le corti europee. I rapporti internazionali di Venezia, nel Mediterraneo e non solo (pensiamo a Marco Polo!), hanno reso il leone alato un simbolo universalmente conosciuto e rispettato. Inoltre il leone, oltre alla spada, simbolo di forza e giustizia, è abbinato al motto "Pax tibi Marce, evangelista meus", un esplicito riferimento alla pace che tutt'ora compare nella bandiera del Veneto. Niente di più fuorviante, quindi, l'abbinamento del simbolo storico con scene di xenofobia».

«L'intervento dell'Amministrazione, condiviso da Francesco Patierno e ribadito in occasione della conferenza stampa di benvenuto alla troupe in città - conclude Ilaria Brunelli - è stato mirato proprio a proteggere quel simbolo collettivo che unisce trasversalmente i Veneti, a prescindere dalle ideologie, dimostrando che le polemiche possono essere superate dalla politica del fare».

 

nr. 39 anno XV del 30 ottobre 2010

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