NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Veneto: il bilancio “recupera” 82 milioni di euro. Salvo il welfare e no al nucleare

Roberto Ciambetti, assessore regionale al bilancio, vicentino, è l'artefice di uno dei bilanci più difficili della storia della nostra regione: «Abbiamo guardato a porre le basi per un futuro sereno non al consenso politico»

di Luca Faietti
faiettil@tvavicenza.it

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Veneto: il bilancio “recupera” 82 milioni di euro.

È assessore al Bilancio della giunta regionale Veneta, Roberto Ciambetti [foto], e gli è toccata subito una bella gatta da pelare. In tempi di ristrettezze economiche diffuse e di "sonori" tagli di finanze da parte del governo centrale verso gli enti locali, andare a strutturare un bilancio equilibrato per il Veneto non è stata cosa da poco. Ciambetti però è uomo tenace ed ha lavorato giorno e notte per dare risposte concrete alla sanità, al welfare ed al trasporto pubblico. Certo, da qualche parte la mannaia dei tagli si è abbattuta, ma non poteva essere altrimenti, per questo Ciambetti difende con grinta l'operato suo e della giunta dalle critiche politiche che gli sono arrivate addosso soprattutto dalla opposizione. «Non ho guardato ai voti o al consenso, ma a creare le basi per il benessere del futuro» ha spiegato Ciambetti. La logica, dunque, è quella dell'austerità, ma garantendo soprattutto le fasce più deboli e dando una mano alla ripresa economica. Insomma, secondo Ciambetti tutto quello che si poteva fare si è fatto. In attesa del federalismo municipale approvato solo mercoledì scorso, che secondo l'assessore al bilancio del Veneto dovrebbe dare ossigeno anche alle casse dei nostri Comuni, spesso tartassati da tagli a tutto tondo. Abbiamo intervistato in esclusiva Ciambetti su questi ed altri temi.

Roberto Ciambetti, da parte delle opposizioni è forte la critica al bilancio della Regione Veneto: «La Giunta - ha detto ad esempio Raffaele Grazia - propone il taglio dal 50% al 100 % di quasi tutti i capitoli dalla Cultura al Turismo, edilizia scolastica, impiantistica sportiva». Il Veneto rischia di restare senza cultura, turismo e sport?

«I tagli sono stati imposti dalla manovra finanziaria, manovra che ha salvato il sistema Italia da situazioni drammatiche: noi abbiamo fatto tagli consistenti, comprimendo le uscite al massimo; in altre realtà, penso alla Puglia di Vendola, non solo si è tagliato, ma si sono aumentate le tasse e imposti ticket sanità maggiorati; in altri paesi, come Irlanda o Grecia, si è tagliato, aumentato le tasse, diminuite le pensioni e licenziato dipendenti pubblici. In questo scenario, essere riusciti a salvare la sanità e buona parte del welfare e del trasporto pubblico è stato un grande risultato. Non dimentichiamo che in Veneto abbiamo mantenuta inalterata l'Irap, non è stata applicata l'addizionale Irpef, non sono previsti aumenti per i ticket sanitari».

Si parla del turismo come vera e propria industria del futuro. Che senso avrebbe a suo avviso tagliarne i fondi? Non è un impoverimento anche di prospettiva delle potenzialità del Veneto?

«In Veneto il turismo è una grande industria del presente, che mantiene un primato nazionale e si colloca ai primi posti in Europa. Lei mi chiede che senso ha tagliare i fondi di questo comparto? Avremmo dovuto forse tagliare ancor di più l'assistenza sociale? Togliere i fondi al trasporto pubblico che serve le fasce meno abbienti della società? Tagliare la sanità? Con il maxi emendamento proposto dalla Giunta in sede di approvazione del bilancio abbiamo stanziato 4.1 milioni di Euro per il personale delle Provincie delle vecchie Apt. Dovevamo fare delle scelte e mi sono assunto questa responsabilità sapendo bene che un bilancio fatto di tagli non porta di certo voti e consensi, ma crea le basi del benessere futuro».

«Dal miliardo e 586 milioni di entrate a libera destinazione del 2010 passiamo a una previsione per il prossimo anno di 1 miliardo e 241 milioni - ha spiegato lei recentemente - Di questi, 726 milioni sono costi insopprimibili per il personale, le utenze, i mutui, ecc., compresa la somma di 40 milioni per il bollo auto introitata dalla Regione per conto dello Stato e che allo stesso deve essere rigirata; 72 milioni andranno agli Enti dipendenti, con un taglio del 15%; la parte rimanente, 442 milioni, è stata ripartita tra i diversi assessorati, avendo un occhio di riguardo, come ha spiegato il presidente Zaia, per il trasporto pubblico locale, il sociale, la formazione professionale. Ma stiamo parlando ugualmente di grandi sacrifici: per questi settori il taglio va dal 25 al 50 per cento, per tutti gli altri, la diminuzione oscilla addirittura tra il 60 e l'80 per cento». Altro elemento di preoccupazione è quello riguardante gli investimenti «che per il prossimo anno saranno pari a zero in quanto la capacità di indebitamento del nostro Ente è esaurita». Un Veneto fermo dunque?

«Andiamo per ordine. Con il Bilancio approvato mercoledì scorso, 2 marzo, siamo riusciti a rimpinguare in maniera significativa sia i fondi per il sociale, come quelli del trasporto pubblico, intervenendo anche in altri segmenti, come l'agricoltura, formazione del personale ed edilizia popolare: abbiamo recuperato, rispetto alle previsioni iniziali, circa 82 milioni di Euro, il che non è poco. I tagli ci sono stati, ma siamo riusciti a contenerli e contenere al massimo i disagi per la cittadinanza. Non possiamo ricorrere al credito perché il tetto massimo è stato raggiunto dalla precedente amministrazione: abbiamo ereditato una situazione finanziaria precaria, molto delicata, la cui difficoltà è stata accentuata dalla manovra Tremonti. Mi sembra, piuttosto, che non solo l'opinione pubblica, ma anche una grande parte della classe dirigente, non abbiano capito che la crisi economica ha cambiato completamente gli scenari. Nei Paesi occidentali, e non solo, la Pubblica Amministrazione è chiamata a sostenere tagli draconiani nelle spese e nei servizi resi: quelle che un tempo si pensava essere diritti acquisiti, in termini di benefici e servizi, oggi sono diventati in tanti casi dei privilegi insostenibili».

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