NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Aperta la mostra dei finalisti del Concorso fotografico “Scarpa”

I vincitori sono Carlo Deregibus, torinese, Marco Dapino, milanese ed Enrico Bedolo, cremonese, giovani e importanti autori di opere ben conosciute all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia

di Fiorenza Conti
fiorenza.conti@venetogiornalisti.it

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Aperta la mostra dei finalisti del Concorso fotogr

I vincitori della 1a edizione del Concorso fotografico "Carlo Scarpa: uno sguardo contemporaneo" sono Carlo Deregibus (1° premio, con “Isole nella corrente” scatti dedicati a Tomba Brion), torinese, classe 1982, Marco Dapino (2° premio grazie a “Dettagli”, excursus fotografico su diverse opere scarpiane), milanAperta la mostra dei finalisti del Concorso fotogr (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)ese, classe 1981, ed Enrico Bedolo (3° premio per il suo lavoro “Pensare lo spazio” fatto a Castelvecchio), cremonese, classe 1975. Sono tutti giovani e chissà se loro conoscevano come Scarpa intendeva la fotografia. Se sapevano cosa il Maestro si aspettava dalla fotografia. Elementi che sicuramente conosce bene Italo Zannier [a sin.], fotografo, storico, critico e collezionista ai massimi livelli in Italia. Si occupa di storia della fotografia da più di cinquant’anni, docente di Storia della fotografia all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia e in altre università italiane, ha insegnato allo Iuav sin dai tempi di Scarpa, quando la facoltà stava prendendo forma e fama.

«Carlo Scarpa – ci ha rivelato il professor Zannier, nato a Spilimbergo nel 1932 - aveva della fotografia di architettura idee particolari: voleva che nelle fotografie si vedesse tutto, anche la vite di un serramento, la venatura del legno, tutto! E io gli dicevo: “No, allora facciamo due fotografie: una può essere la silhouette del serramento con il paesaggio fuori (ed è quello che l’occhio coglie) e un’altra in cui si vedono anche le viti!».

Chissà se i criteri con cui sono stati valutate queste promesse “under 35” della fotografia, e in particolare della fotografia di architettura, hanno avuto consapevole attenzione per questi parametri.

La Giuria del premio - bandito dalla Regione del Veneto e dal Cisa “A. Palladio”, Vicenza, in collaborazione con MAXXI Architettura - ha individuato, all'unanimità, i tre vincitori all'interno della rosa di 11 finalisti risultanti dalla selezione tra i 177 giovani che si sono iscritti al concorso, esito questo decisamente superiore alle aspettative: esclusi coloro che non rientravano nei requisiti del bando, la giuria si è trovata infine a valutare i lavori di 119 fotografi, selezionando fra questi 11 Aperta la mostra dei finalisti del Concorso fotogr (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)finalisti. Ecco i nomi degli altri otto fotografi: Lisa Maria Boccaccio, Sara Cavallini, Sergio Dalla Lana, Antonio Di Cecco, Giulio Favotto, Lorenzo Gaioni, Enrico Pistocchi, Brando Posocco.

Le stampe fotografiche degli 11 finalisti, e uno slide show di tutti gli scatti pervenuti al concorso, sono in mostra a Palazzo Barbaran, sede del Cisa, fino al 18 settembre (catalogo edito da regione Veneto e Marsilio).

E a vederli qui, tutti insieme, questi scatti ti dimostrano una volta di più che l’architettura scarpiana è fondamentalmente fotogenica. Anche quando è frammentata. Ridotta da un obiettivo. Circoscritta da un’inquadratura. Estrapolata da un tutto. Rivela così la sua poesia, scandita da sapiente semplicità formale farcita da dettagli minimi che catturano involontariamente lo sguardo.

La fotografia rappresentata da questi lavori sa mettere a nudo la forza dei materiali cari a Scarpa (il cemento, la pietra, il ferro, il vetro), materiali che, qui o la, finiscono sempre per incontrare il verde o l’acqua o entrambi.

«Sono particolarmente soddisfatta dell'esito del concorso perché ha coinvolto una nuova generazione di giovani – ha dichiarato Amalia Sartori, presidente del Cisa - che erano appena nati, o quasi, alla morte di Carlo Scarpa nel 1978. Essi si sono avvicinati alla sua opera con entusiasmo e passione e credo che ciò sia il miglior risultato che potevamo aspettarci».

I partecipanti, lo ricordiamo, potevano scegliere fra 12 opere di Carlo Scarpa e, statisticamente parlando, quelle più fotografate sono state il complesso monumentale Brion a San Vito di Altivole e il Museo di Castelvecchio a Verona, di seguito il Aperta la mostra dei finalisti del Concorso fotogr (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)sito monumentale dedicato alla Partigiana a Venezia con casa Gallo a Palazzo Brusarosco Zaccaria a Vicenza; il monumento in ricordo delle vittime di piazza della Loggia a Brescia, la facciata del negozio Gavina a Bologna. Le altre opere contemplate erano la facciata del Banco Popolare a Verona; il ponte della Fondazione Querini Stampalia, l’ingresso dell’Istituto Universitario di Architettura, gli esterni del negozio Olivetti (tutte a Venezia), il Camping Fusina; il condominio in contrà del Quartiere a Vicenza.

La Commissione giudicatrice del Concorso, presieduta da Roberta Valtorta (Museo di Fotografia Contemporanea, Cinisello Balsamo), risultava composta da storici dell'architettura (Guido Beltramini, Cisa) e dell'arte (Stefania Portinari, Università Ca’ Foscari), un esperto in comunicazione (Maria Teresa Cerretelli, giornalista e photo editor di "Class"), un fotografo professionista (Alessandra Chemollo), gestori di archivi fotografici (Francesca Fabiani, MAXXI Architettura, Roma; Elisabetta Michelato, Cisa), un dirigente della Regione del Veneto (Maria Teresa De Gregorio, dirigente Attività Culturali e Spettacolo).

Forse, sentendo quanto sa Italo Zannier sul rapporto tra Scarpa e la fotografia, il parere del Maestro non avrebbe concordato con quello di tutti i giurati. Ma forse chi professa l’architettura non sempre si occupa di fotografia e ne fa uso per auto-raccontare la sua opera, il suo lavoro.

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