NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Faccia a faccia con gli animali selvatici

Quali sono le cause del notevole aumento di contatto con i nostri centri abitati? Territorio sottratto dall’uomo o nuove “iniziative” da parte di caprioli, cinghiali, tassi, volpi, nutrie, ecc? Ne abbiamo parlato nella nuova puntata di In Piazza con operatori del settore, tecnici ed esperti del settore ambientale – Il discorso parte da Parco Quercini, diventato discarica per il “giocattolo” di famiglia non più gradito e poi si allarga ad un orizzonte molto più largo…

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Faccia a faccia con gli animali selvatici

(g. ar.)- In un pomeriggio di sole di un qualunque giorno autunnale siamo entrati a Parco Querini con un telecamera. Nel giro di non più di mezz’ora ci siamo accorti che i racconti erano perfettamente credibili: conigli, nutrie, tartarughe, galline e galli, palmipedi vari (ma soprattutto esotici, come le oche australiane) occupano tranquillamente angoli protetti, ma anche spazi apertissimi, sono nel fango del fossato che circonda il tempietto, ma anche dentro la struttura cadente però ancora in parte coperta della ex serra a ridosso della chiesa dell’Araceli.

Faccia a faccia con gli animali selvatici (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Una specie di Arca biblica che non naviga, ma al contrario è ben saldamente ancorata alla terra in uno spazio tra l’altro particolarmente ridotto tra fiume, ospedale, quartiere di San Marco e appunto quartiere Araceli più immediatamente annessi come Torretti, Santa Lucia, Rodolfi. Che cosa implica tutto questo?

Sul piano della correttezza dei comportamenti civili coinvolge naturalmente la superficialità colpevole con la quale ci si avvicina ad un animale da compagnia (cani, gatti, coniglietti, tartarughine, ecc.) scoprendo appena qualche mese dopo l’acquisto che non si tratta di elementi statici, ma al contrario molto dinamici, caratterizzati da tutto ciò che delinea lo stesso concetto dell’esistere: esigenze primarie, come mangiare, bere, avere un luogo per dormire, essere magari condotti a passeggio, e poi concetti di altra natura che coinvolgono per esempio il cosiddetto coefficiente di ingombro degli animali rispetto alla casa. Gli animali hanno il brutto difetto di crescere, proprio come noi, e dopo un po’ di tempo tutti i diminutivi applicati a tartarughine, coniglietti, cuccioli di cane o di gatto non hanno più che un senso assolutamente relativo. Sono infatti animali divenuti adulti ed è proprio questo il momento di svolta che induce molti loro proprietari ad entrare nel registro degli ex.

Ne abbiano parlato a In Piazza con Giancarlo Bonavigo esperto del settore faunistico, Giancarlo Ferron naturalista e autore di libri straordinariamente efficaci sugli animali selvatici del Vicentino, Maurizio Poli del Servizio Veterinario ULSS Vicenza e Francesco Canotto tecnico e dirigente del settore caccia e pesca della Provincia. Indirettamente, con una intervista/commento costruita proprio a Parco Quercini, ci ha aiutato e assistito Erica Ferrarese che cura il settore comunicazione dell’ENPA.

L’inizio del ragionamento è legato al rapporto sempre più stretto e peraltro sempre meno equilibrato tra presenza dell’uomo sul territorio e porzione del territorio che rimane disponibile per gli animali selvatici; ma un argomento che abbiamo subito affrontato, proprio prendendo l’avvio dal nostro filmato su Parco Querini dove animali e bambini quotidianamente si sfiorano, è quello della sanità, della prevenzione, del rischio di eventuali contagi “nel caso che”. Da qui siamo poi passati all’intervista registrata con Erica Ferrarese. E la tavola rotonda si è sviluppata in modo molto interessante toccando praticamente tutti i temi connessi al rapporto tra centri abitati e animali selvatici in ogni angolo del territorio vicentino: dalla pianura alla fascia pedemontana, dalla collina alla montagna il problema risulta infatti ricontrollabile e riverificabile con appena qualche distinguo di scarto.

Faccia a faccia con gli animali selvatici (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)

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