NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
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Qui, nella terra delle frane. «Ma non lasciamo Recoaro»

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Qui, nella terra delle frane. «Ma non lasciamo Rec

La "squadra del Rotolon" sempre attenta: «Sappiamo quando si sposta la frana»

 

Qui, nella terra delle frane. «Ma non lasciamo Rec (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)Qui, sempre attenti alla frana del Rotolon! In contrada Parlati a Recoaro, e in altri piccoli agglomerati sparsi attorno, è stata costituita una vera e propria squadra formata da una ventina di persone. Uno di questi, anche con il ruolo di portavoce, è Giuseppe Orsato, cugino dell'arbitro internazionale Daniele Orsato: quest'ultimo, pur facendo parte dell'Aia di Schio (la più vicina da Recoaro) è residente a sua volta ai Parlati, anche se per motivi di lavoro è spesso lontano da casa.

«Siamo stati istruiti dai volontari della locale protezione civile - spiega Giuseppe Orsato - che peraltro continuano a coordinarci, soprattutto nelle situazioni di emergenza. Per questo, allo scopo, la primavera scorsa abbiamo anche simulato un'evacuazione, seguendo alla lettere tutte le varie direttive, con tanto di messaggi e allarmi. La prima direttiva riguarda la messa in sicurezza degli anziani e soprattutto di coloro che hanno problemi di deambulazione: non si tratta tuttavia di un allontanamento dalla contrada quanto piuttosto quello di raggiungere, nell'arco di pochi minuti, di posti di sicurezza all'aperto dove, in base a calcoli precisi e circostanziati, non si corre nessun rischio».

La "squadra del Rotolon" si tiene costantemente in contatto, anche con l'ausilio delle più moderne tecnologie. «Gli allarmi via sms - riprende Orsato - sono suddivisi in quattro tipi: il primo è l'avviso di previsioni meteo avverse, che generalmente viene attivato dalla Regione Veneto; il secondo concerne lo stato di attenzione; il terzo lo stato di pre-allarme e in questo scatta l'obbligo di verificare le attrezzature; infine il quarto è uno stato di allarme che, oltre alla verifica delle attrezzature, ci obbliga a verificare le vie di fuga e pone in essere anche l'accensione degli allarmi. Un ulteriore passo in questo senso è la dotazione di due radio trasmittenti, sempre da parte della Protezione civile, per tenersi in contatto».

Qui, nella terra delle frane. «Ma non lasciamo Rec (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)C'è un'altra apparecchiatura che fa dormire sonni tranquilli a chi abita in contrada Parlati. «Adesso siamo dotati di strumentazioni elettroniche - aggiunge - posizionate proprio sul Rotolon, mentre altri sensori si trovano lungo l'alveo del torrente. Ebbene anche l'allargamento di pochi millimetri della frana ci viene segnalato e questo garantisce ulteriore sicurezza perché in questo modo abbiamo la situazione ampiamente sotto controllo».

La frana del Rotolon, in contrada Parlati, non fa paura. Forse per il fatto che in tanti anni i residenti si sono abituati a conviverci. E l'arrivo dell'inverno, con temperature già scese di qualche grado sotto zero, permetterà il consolidamento del terreno, evitando almeno fino alla primavera, rischi di nuovi smottamenti.

«La popolazione è tranquilla - ribadisce Giuseppe Orsato - da fuori e anche su certi organi di informazione questa frana del Rotolon è stata un po' troppo strumentalizzata, probabilmente a 60 km da qui fa più paura di quanta non ne abbiamo noi che ce l'abbiamo sopra la testa. Il problema è che noi, a questa massa di detriti, formata da fango e sassi, che scende in basso siamo abituati da sempre. Ma abbiamo sempre constatato che il torrente, pur impetuoso, è sempre rimasto dentro il suo alveo. Per questo, anche in condizioni meteo difficili, abbiamo sempre detto che da qui non ci muoviamo. Non c’è nessuna intenzione di lasciare le nostre case».

Qui non si pensa solo ai momenti difficili e ai rischi. «Proprio qui in contrada Parlati tra settembre e ottobre - conclude il portavoce della "squadra del Rotolon" - abbiamo organizzato, in collaborazione con il pittore Vico Calabrò, una scuola di affresco attraverso un corso che ha visto la presenza di una quindicina di persone. Oltre alle lezioni dell'arte, è stato fatto un studio ad esempio sulla produzione dei colori: la terra del Rotolon, che in cimbro significa "frana rossa", veniva utilizzata anche dagli artisti».

 

nr. 39 anno XVI del 19 novembre 2011

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