NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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TAV fermata a Vicenza sì, ma non subito

Per ora è necessario il passaggio, secondo Assindustria, poi la fermata potrà arrivare una volta completate infrastrutture come la Pedemontana e la Valdastico Nord. Mariotto: «Scongiurare il passaggio a sud dei Berici»

di Luca Faietti
faiettil@tvavicenza.it

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TAV fermata a Vicenza sì, ma non subito

Fermata TAV a Vicenza è necessaria e si farà, sì o no? «La fermata la vogliamo e secondo il progetto Cipe - sbotta il consigliere delegato alla Mobilità Claudio Cicero. «Per ora serve il passaggio da Vicenza, bisogna scongiurare quello a sud dei Berici, la fermata poi potrà arrivare in zona Fiera in un secondo momento» ribadisce Rodolfo Mariotto vice Presidente di Assindustria Vicenza. Ma non tutti sono sulla stessa linea. Vittorio Mincato presidente della CCIAA di Vicenza, infatti, FRANZINA (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)recentemente, a Padova ha parlato di alta velocità. E dopo aver ricordato le sue battaglie contro le fermate nelle città intermedie della linea Milano-Roma, compiute quando era nel consorzio che ha realizzato l'opera (come Eni e Fiat), il Presidente Mincato ha affermato che l'alta velocità Milano-Venezia non dovrebbe avere alcuna fermata intermedia: né Brescia, né Verona e neanche Padova: «Vicenza non ha meritato nemmeno una citazione!» denunciano in una interrogazione i PdL Maurizio Franzina e Gerardo Meridio. «Se questa è la posizione del Presidente Mincato che senso ha che l'amministrazione Comunale continui a spendere, in assenza di alcuna pianificazione, risorse per verificare la possibilità di una stazione a Vicenza Ovest, su un progetto "voluto e pensato" dalla Camera di Commercio?» si è chiesto Franzina. La risposta di Cicero non si è fatta attendere. «La fermata dell'Alta Velocità a Vicenza serve, magari sul vecchio progetto del Cipe. Vedo difficilmente realizzabile l'ipotesi a Vicenza Ovest nelle vicinanze della Fiera. Ma comunque sia, da una parte o dall'altra la fermata è necessaria. Non si può tagliare una provincia importante come la nostra dalla tratta. E Vicenza non può sempre pagare senza ricevere nulla in cambio». L'amministrazione comunale è dunque decisa ad andare avanti e a non mollare la presa sulla fermata a Vicenza, nonostante le parole di Mincato.

Mariotto (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)A questa ipotesi se ne era poi affiancata un'altra con l'ipotesi di realizzare una fermata in zona fiera a fianco del casello autostradale di Vicenza Ovest.

«Quello che diciamo noi è che il sistema Vicenza sta finanziando con Regione, Provincia, Comune, Camera Commercio uno studio di fattibilità per l'ipotesi di passaggio della linea da Vicenza -spiega Rodolfo Mariotto- Forse Mincato è stato frainteso. Non vuol dire fermata ora, ma una infrastruttura che va in proiezione sui prossimi 100 anni. Più flessibile possibile e che possa prevedere la fermata anche in un futuro prossimo. La TAV dovrà passare da più punti possibili del territorio e quindi per i capoluoghi. Se ci sarà o meno la fermata sarà chi realizza la tratta a deciderlo. Però facciamo alcune considerazioni: tra cinque anni a Vicenza avremo la Pedemontana e probabilmente la Valdastico nord. Si verrà a creare così un triangolo di mobilità unitamente alla ipotesi fermata in Fiera accessibile alle autostrade. A quel punto a differenza di Padova e Verona Vicenza avrà questo vantaggio, poter unire il trasporto su gomma con quello ferroviario. Questo è il valore aggiunto. Verona sarà luogo di interscambio prettamente ferroviario, noi, Vicenza diventeremo centro intermodale dove si passa dalla gomma al ferro con a disposizione un milione di utenti. Forse Mincato intendeva questo».

Per Mariotto è dunque importante che per ora vi sia il passaggio. La fermata arriverà una volta che Vicenza diverrà appetibile per i suddetti motivi. «Sì è fondamentale che passi da Vicenza, la TAV, nel territorio stabilito dal CIPE. Lo studio finanziato sancirà una prima ipotesi di fattibilità in tal senso. Progetto CIPE spostato un po' verso la Fiera. Ciò per permettere di fare la stazione laddove è meglio. Per ora quello della fermata è un discorso sterile. L'importante è che passi di qua. Saranno 84 treni, sarà compito del territorio dare valore alla fermata. Con la nuova mobilità cambieranno gli equilibri del Veneto. Dobbiamo tenere conto di questa proiezione su tempi medio lunghi. E scongiurare il pericolo a sud dei Berici».

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