NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Rileggere a matita Meneghello

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Rileggere a matita Meneghello

Rileggere a matita Meneghello (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Carla, hai illustrato il brano di apertura del libro - Temporale - . Perché questa scelta?

"S'incomincia con un temporale... È un'apertura che dà respiro, un momento suggestivo. È un ingresso, un aprire la porta ad un mondo, un paese, persone, emozioni... È un passaggio che lascia spazio alla fantasia, suggerisce. Intuisco sensazioni, visualizzo dei colori, una scena... L'immagine che ho composto non è realistica. C'è la pioggia, le nubi che ricordano i sassi del Livergon, una piantina della città di Reading e poi Malo... O, meglio uno scorcio di Malo. Colori caldi e scuri, la pioggia, dei fasci luminosi che ricordono alcuni dipinti in cui sono la tangibile testimonianza della presenza di Dio. E poi il ritorno a casa, gli affetti, i ricordi, l'osservare con occhio distaccato una realtà passata... Tutto questo, e tanto altro racchiuso in una frase, e da un paragrafo altamente 'visivi'... Poi, potrei anche rispondere perché mi piacciono i temporali!".

Com'è nato il progetto della mostra e come sei stata coinvolta?

"Me ne ha parlato il curatore Mauro Penzo, una persona che ci mette così tanta energia e amore in quello che fa che è impossibile non esserne coinvolte. Gli avevano chiesto se aveva un'idea per il 50° anniversario del libro e Mauro è una fucina di idee. Conosceva me, di Malo, e sapeva che c'erano altre tre disegnatrici che amavano il libro. Avendo quindi già quattro nomi di donne è stato un attimo fare un elenco di sole donne legate al mondo del fumetto e, sopratutto, vicentine. Dare spazio agli artisti locali per lui è fondamentale e di grande interesse. Voci di corridoio suggeriscono che nel 2014, anniversario de I Piccoli Maestri, si vorrebbe ripetere la stessa formula con disegnatori maschi. Da parte mia, cercare di illustrare un testo di questa portata era una sfida allettante".

Rileggere a matita Meneghello (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Cosa significa per te illustrare un brano letterario o un racconto? Da dove prendi l'ispirazione?

"L'ispirazione può arrivare da qualsiasi cosa. Un libro, un profumo, un’illustrazione o un quadro visto mesi fa che non si sa perché risuona ora, creando nuove associazioni di idee. A volte basta leggere una sola frase e le immagini cominciano ad apparire nella testa. A volte sono tante e devi cercare di trovare quella giusta, quella che va dritta a ciò che vuoi senza svelare troppo o dare poche informazioni. A volte invece, quando le idee non sono chiare, si lavora cercando delle similitudini tra parole ed emozioni o per libera associazione di idee. Quando si comincia a schizzare, poi, le cose diventano più chiare. Credo che osservare cose e persone sia di vitale importanza. Ci si allena a vedere quello che ci sta intorno e ad elaborarlo in maniera sempre diversa. Osservare, per me, è ormai una deformazione professionale. Non ho molta memoria di date o appuntamenti ma un viso, un oggetto, un colore o la luce in un particolare scorcio rimane nei miei ricordi anche a distanza di anni. Illustrare un brano è cercare di creare una sintonia con il mio modo di disegnare - la mia sensibilità, il mio segno, i miei colori - e la storia, il momento specifico o le emozioni del testo. Quando accade lo si sa per istinto; risuona dentro qualcosa".

Il tuo è un lavoro creativo... ti diverti a farlo oppure alla fine è un lavoro come un altro?

"È una passione prima e un lavoro poi. È un modo di essere e di vivere. Ci cresci insieme, non se ne fa a meno. Forse puoi decidere se approfondirlo e farlo diventare una professione ma il modo con cui percepisci il mondo è e rimarrà sempre legata al modo in cui lo puoi riprodurre. Mi spiego, vedi un colore e cerchi di capire come puoi riprodurlo. Un pizzico di marrone, un'aggiunta di quel rosso, un po' di ocra, ma solo un po' e così via. È da dire però che fare l'illustratore non è solo una questione di cuore e di saper disegnare ma anche di proporsi al mercato giusto per lavorare. Le persone scordano troppo spesso che fare illustrazione è un lavoro retribuito. Se si progetta un libro ci si deve poi porre la domanda: a chi posso vendere questo progetto o immagine? Si devono capire i vari mercati, le correnti stilistiche che vanno per la maggiore in un paese rispetto ad un altro e tutto perché con questo lavoro ci si deve mantenere. Un illustratore è diviso a metà. Si deve essere pratici dove richiesto e ci si può concedere voli pindarici dall'altro".

Rileggere a matita Meneghello (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Tu sei di Malo: cosa significano per te l'opera letteraria di Meneghello e questo libro in particolare?

"L'opera ha lasciato uno stampo indelebile nella cultura del 900. In me ha sedimentato un’immagine potente, o meglio, forse proprio perché lavoro con le immagini, più di una. Le fulminee associazioni, spesso dettate dal linguaggio, il ricorso al dialetto, che dà energia all'atteggiamento ironico dell'autore, la vita di provincia fra gli anni Trenta e i Sessanta - vita di paese di cui ho conosciuto solo echi molto lontani - creano una riflessione sul tempo che passa, sulla felicità perduta, sull'ambiguità del concetto di progresso e sviluppo attraverso la personale indagine culturale e antropologica dell’autore ad un mondo rurale in via di estinzione. Tutto questo è vedere il paese che si conosce e si vive, da un'altra angolazione. È un'enorme ricchezza".

Qual è per te l'eredità lasciata da Meneghello e c'è qualche autore vicentino in grado di raccoglierla?

"Non so chi possa cogliere l'eredità, in senso stretto, di uno scrittore di questo calibro, ma non ho certo le competenze di un critico letterario, il mio posto rimane tra fogli e matite. Ci sono voci che sicuramente hanno sentito e fatto propria l'eredità dell’autore ed è questa la vera ricchezza, in quanto la sua peculiarità è unica e risiede nell'innovazione stilistica dell'opera. Sicuramente questo rappresenta il tesoro che tutti possono cogliere aprendo uno dei suoi libri".

Malo è un piccolo centro ma ha un'intensa vita culturale. Merito solo della fama di Meneghello oppure anche di chi si prodiga per questo, ad esempio l'istituzione di Villa Clementi?

"Credo sia frutto dell'entusiasmo delle singole persone. Dietro le istituzioni o le associazioni ci sono le passioni dei singoli individui. Teniamo sempre a mente che cosa si vuole coltivare, cosa si vuol far crescere e con che mezzi. Cultura vene dal latino colere, coltivare. Se poi Meneghello abbia ispirato...".



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