NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Paolo Lovato

Spazio Iachemet
Contra’ Cattaneo 14/16
Orario: 10.00-12.30 e 16.00-19.00
Chiude il 15 novembre 2010

di Maria Lucia Ferraguti

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Paolo Lovato

Ci si può innamorare del colore, è risaputo, con un'intensità e passione duratura negli anni e Paolo Lovato lo dimostra fin dal suo iniziale interesse per la pittura nella rassegna, che ha uno dei suoi aspetti fondamentali nel cromatismo. Il colore, già agli esordi, è presente nel paesaggio in dipinti dominati da una materia intensa, da un cromatismo, che Lovato trasferisce con passione unito alla gestualità del pennello. In seguito l'artista, per il desiderio di seguire l'inclinazione dell'animo di essere più vicino al richiamo dell'attualità, frequenta negli anni Settanta la scuola estiva di Salisburgo, sotto la guida di Oscar Kokoschka e di altre personalità, come Vedova e Corneille. La pittura in seguito lo avvicina nell'evoluzione d'artista all'espressionismo astratto. Il suo pensiero è in quadri dipinti per «la ricerca, i colori primari, la presa di coscienza dell'emotività cromatica...» quindi per trovare una nuova esperienza in rapporti tra colore e linea, in tracciati di righe, che allontanano il precedente figurativo, fino ad allacciare nelle tele un dialogo immaginario tra fasce verticali, perfettamente geometriche, organizzate cromaticamente attraverso delle varianti. Lovato precisa: «L'emotività espressiva è contenuta nella linea divisoria» indicando la netta suddivisione dello spazio. Le opere in rassegna si distinguono nell'unire forme circolari ed elementi geometrici, inoltre nell'azione appassionata di segni, poi nel fondere libertà, ordine ed intuito per distinguersi inequivocabilmente attraverso il forte richiamo di un colore intenso, brillante, riscaldante. La mostra, curata da Giovanna Grossato, è particolarmente attenta ad evidenziare nell'evoluzione l'articolata esperienza dell'artista.

L'artista nel 1969 ottiene una borsa di studio con Emilio Vedova e nel 1971. Vince l'Ehren Preis e il titolo di maestro con Guillaume Corneille, vince nuovamente nel 1972 l'Ehren Preis con il pittore Heinz Trökes e, nello stesso anno una sua opera è acquistata dalla galleria Accademia salisburghese. Segue un'intensa attività espositiva, dove emerge la mostra all'Accademia dei Concordi di Rovigo e al Palazzo Bonaguro di Bassano-Vicenza (1979-1980), poi è la sede di Villa Querini a Camposampiero-Padova (2000). Ha conseguito numerosi premi in concorsi nazionali. Molte sue opere si trovano in collezioni nazionali ed internazionali.

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