NR. 41 anno XXVIII DEL 25 NOVEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Lettera in dialetto pavano
dedicata a Galileo Galilei

È stata pubblicata da Errepidueveneto nella sua tradizionale strenna ed è conservata fra i manoscritti della biblioteca di Firenze

di Mario Bagnara
mario.bagnara@fastwebnet.it

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Lettera in dialetto pavano <br>
dedicata a Galile

Quando ormai si stava temendo un'interruzione delle raffinate tradizionali strenne natalizie che l'Errepidueveneto pubblica dal 1981 (la prossima sarà la trentesima edizione), l'inizio del nuovo anno è stato salutato con la diffusione riservata di duecento esemplari numerati della Lettera in dialetto pavano a Galileo Galilei di Rovegiò Bon Magon dalle Valle de Fuora (forse pseudonimo di Giuseppe Gagliardi). Una scelta quanto mai opportuna a conclusione dall'anno galileiano le cui celebrazioni si protrarranno anche nel 2010: infatti fino al 5 di aprile a Bassano del Grappa a Palazzo Bonaguro si potrà visitare la mostra iconografica storico/scientifica "Galileo, Venezia e la luna", curata da Luisa Pigatto, docente di astronomia storica all'Università di Padova, e a Vicenza nel giardino della Biblioteca Internazionale "La Vigna" sarà esposta per tutto quest'anno l'imponente e suggestiva installazione di Margherita Michelazzo "Le lune di Galileo".

L'attesa pubblicazione di Errepidueveneto, che costituisce la continuazione di una collana di testi, prevalentemente vicentini, inediti e rari, suggerita a suo tempo, come afferma nella sua Presentazione l'amministratore delegato Luisa Silvestri Bandini, dall'amico Neri Pozza, presenta una lettera in dialetto pavano, breve, ma ricca di significati, la quale, come precisa il curatore Fernando Bandini, è conservata «fra i manoscritti galileiani presenti alla Biblioteca Nazionale di Firenze» insieme con "lo scartabello del testo" Faelamento de Rovegiò Bon Magon dalle Valle de Fuora e de Tuono Regonò dalla Villa de Vegian sora la nieve dell'anno 1608, un dialogo poetico di 499 versi di cui costituisce l'accompagnatoria: il tutto pubblicato per la prima volta da Antonio Favaro (Firenze, 1888) nell'edizione nazionale delle opere di Galilei nel volume X dedicato all'Epistolario.


Galilei e i poeti pavani

Il testo riportato nella trascrizione di Marisa Milani (dal Giornale Storico della Letteratura Italiana vol. CLXV, fasc. 532 del 1988), documenta anzitutto l'atteggiamento affettuoso e servizievole del poeta Rovegiò nei riguardi di Galilei al quale, allora docente a Padova, si rivolge con le seguenti parole: «Al me caro, lùstrio, celentissimo e da bon Segnore e Paron/ el Segnor Galileo de i Galiliegi,/ vero arecoltore delle smatemateghe e sleanzaore/ in lo Bo de Pava a gi Scuelari de la so prefission,/ spiego d'hanore de la nostra itè ("Al mio caro, illustre, eccellentissimo veramente/ Signore e Padrone,/ il Signor Galileo dei Galilei,/ vero coltivatore delle matematiche e lettore agli Scolari/ nel Bo di Padova della sua professione,/ specchio di onore della nostra età")». Ma al di là dei rapporti di amicizia con i letterati padovani, il testo pavano è anche conferma della "familiarità" dello scienziato toscano con il dialetto locale: è infatti accertato che nella sua biblioteca si trovavano anche le opere del Ruzzante, le Quattro Parti delle Rime Rustiche del vicentino Magagnò (Giovan Battista Maganza) e altre raccolte di testi pavani.


L'eccezionale nevicata del 1608

Dal punto di vista storico-scientifico poi puntuale è l'annotazione "sopra la recente nevicata" ("faelamento"), oggetto del dialogo poetico in versi dei due poeti pavani: un evento davvero eccezionale «che - scrive Bandini - interessò nel 1608 tutta l'Europa (ma secondo le testimonianze antiche anche le Americhe dove congelarono i grandi fiumi)», aggiungendo: «Nelle montagne e nella pianura veneta nevicò per quaranta giorni ininterrottamente. La gente era come murata dentro le case perché la neve superava in altezza le porte. Nelle città molti tetti crollavano, a Venezia le calli erano impraticabili e la laguna ghiacciata».

E anche questa lettera, ora riscoperta e divulgata da Errepidueveneto, per il suo interesse poetico-letterario e per i contenuti storico-climatologici, si aggiunge alle interessanti novità prodotte dal quattrocentesimo anniversario dell'invenzione, da parte di Galilei, del cannocchiale.

nr. 08 anno XV del 6 marzo 2010

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