NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
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Cimatti: “Perché non interriamo la stazione?”

Il sindaco di Bassano lancia un’idea e lamenta lo stato in cui versa il sito delle ferrovie dello stato

di Gianni Celi

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Cimatti: “Perché non interriamo la stazione?”

Nel 1908, quando venne inaugurata la tratta ferroviaria da Mestre a Bassano del Grappa, verso ovest c'era il centro storico, facile da raggiungere e, verso est, c'era la campagna. La divisione fra la parte vecchia e quella nuova, sorta nei decenni successivi, è stata creata dagli amministratori del tempo. La Bassano nuova ha dilagato, al di là della ferrovia, provocando una frattura nettissima e preoccupante fra il centro storico ed il resto del mondo. Ci si è accorti strada facendo quali problemi avesse creato la presenza della linea ferrovia fatta poi proseguire verso Trento. È partendo da questa realtà immodificabile che il sindaco Stefano Cimatti vuol tentare di giocare una carta che sarà difficilmente vincente e sicuramente non nell'immediato. «Perché non pensare ad interrare la zona ferroviaria della stazione di Via Chilesotti? - s'è chiesto il sindaco - Lo ha già fatto Montecatini, perché mai non lo si può fare qui da noi». Certo che l'interramento della stazione sarebbe una soluzione straordinaria della viabilità cittadina che, attualmente, si trova a dover fare i conti con un'unica importante via di comunicazione fra est ed ovest, attraverso il sovrappasso ferroviario di Viale Venezia, ed un'altra minore qual è il sottopasso di Via Tabacco. Interrare la stazione vorrebbe dire avere a disposizione uno spazio ampio da utilizzare per un passaggio più agevole verso est ed anche per la creazione di ulteriori parcheggi, nonché di una stazione delle corriere degna di tal nome. Ma il nostro timore è che si stia parlando di sogni difficilmente realizzabili anche perché la storia del traffico ferroviario, nel Bassanese, ci ha dimostrato come via via i progetti e le proposte di potenziamento di linee e di miglioramento delle strutture siano stati accantonati e mai più ripescati.

Pensiamo alla tratta Bassano-Trento, tanto per cominciare, che da anni si chiede di utilizzare per il trasporto delle merci provenienti dal Brennero. Decenni addietro s'era parlato del raddoppio dei binari ed invece, ad un certo momento, è sbocciata l'idea addirittura di eliminare questa linea perché poco produttiva.

«La linea ferroviaria che attraversa la Valbrenta costituisce l'asse di collegamento dell'area centro veneta con il nord Europa attraverso il valico del Brennero - scrivevano gli amministratori della Comunità montana del Brenta anni fa - Attualmente essa si presenta ancora con le caratteristiche originarie: un unico binario, sottoutilizzata, con numerose gallerie di dimensioni insufficienti per l'elettrificazione ed il passaggio di carri merci idonei al trasporto di autotreni. Le stazioni sono presenti a Solagna, San Nazario, Carpanè-Valstagna, San Marino, Cismon del Grappa e Primolano. Per salvaguardarne l'esistenza, importante per il pendolarismo locale, è necessario sviluppare attraverso di essa il traffico merci in alternativa alla linea Verona-Brennero, in collegamento con l'interporto di primo livello di Padova e in previsione della creazione dello scalo merci di Cassola».

Quello scalo merci tanto conclamato alla fine del secolo scorso, è stato cancellato anche dalle previsioni. Comunque il sindaco di Bassano ha pensato bene di prendere carta e penna e di scrivere alle direzioni di Rete Ferroviaria Italia e di Trenitalia partendo dai disagi che stanno lamentando i residenti della zona di San Vito e Ca' Baroncello, con l'introduzione del "Minuetto", un treno il cui passaggio produrrebbe lesioni agli intonaci e vibrazioni preoccupanti, specie nel primo mattino ed alla sera, secondo la consigliera comunale Elisa Cavalli. Partendo da questa denuncia, dicevamo, il sindaco ha allargato il tiro annunciando ai due enti la stesura di un Masterplan di quell'area che comprenderà anche la stazione ferroviaria, una stazione indecente, come l'ha definita Cimatti.

«Il sottopassaggio, che ha anche una funzione di collegamento fra le due parti della città - ha spiegato - è molto stretto, misura la metà circa di tutti quelli che sono stati costruiti nei luoghi di snodo delle linee Venezia e Padova; le persone non perfettamente abili non hanno la possibilità di raggiungere il marciapiede di partenza se non con complicate manovre di attraversamento dei binari; i gradini delle scale del sottopassaggio hanno la "pedata" di uno, due centimetri inferiore ad analoghe scale (vedasi Cittadella e Castelfranco) creando quindi difficoltà alle persone che li usano, tenendo anche conto che le stesse sono abbastanza ripide e quindi di maggior pericolo soprattutto in discesa; non tutti i marciapiedi sono stati rialzati e quasi tutti i treni non hanno predellini a livello di marciapiede creando quindi problemi alla salita e alla discesa a persone che trasportano spesso pesi o bambini, ma anche agli anziani; i marciapiedi fra i binari non sono muniti di pensiline ed il primo binario, che ne è munito, ne ha una che termina prima della scala di discesa con grave disagio per i passeggeri; il sottopasso poi non ha alcuna segnalazione che ne evidenzi il binario di partenza dei treni, né vi sono obliteratrici per i biglietti al di là del primo binario».

A questa lettera ha risposto soltanto Rete Ferroviaria Italiana, relativamente ai danni provocati dal transito del Minuetto spiegando che effettuerà delle analisi più approfondite al riguardo. «Trenitalia - ha detto il sindaco - non ci ha ancora risposto, ma torneremo alla carica».

Non sarà facile, come dicevamo, trovare una soluzione visto il disinteresse mostrato ampiamente negli ultimi anni verso una linea (la Trento - Venezia, in particolar modo) che invita sempre meno ad essere utilizzata anche per i tempi elevatissimi di percorrenza dei treni diretti a Venezia o a Trento. Non solo si aspetterà invano il raddoppio della linea per Trento, non solo non vedremo mai più lo scalo merci di Cassola, ma dobbiamo dimenticarci anche della tanto promessa, e mai mantenuta, metropolitana di superficie.

 

nr. 19 anno XV del 22 maggio 2010

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