NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
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Giovani calciatori preferiti ai "veterani". È davvero l'anno della svolta?

Margiotta, Gatti e Ferri, giocatori molto utilizzati lo scorso anno nel Vicenza, sono attualmente senza squadra. E Fortin è finito a giocare nel campionato cipriota

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Giovani calciatori preferiti ai "veterani". È davv

(C.R.) Erano in contratto di scadenza a giugno 2010, ma nonostante tutto speravano, per motivi diversi, in una riconferma, magari per un solo anno con il Vicenza. E invece il 33enne attaccante Massimo Margiotta, il 29enne difensore Michele Ferri e il 28enne centrocampista Fabio Gatti sono ancora senza squadra e rischiano di dover aspettare il mercato di gennaio o addirittura dover appendere le scarpette al chiodo, mentre il portiere Marco Fortin, 36 anni, ha deciso di trasferirsi all'estero. Di questo argomento abbiamo aperto il dibattito con tre addetti ai lavori, il direttore tecnico biancorosso Paolo Cristallini e due procuratori vicentini, l'ex presidente nazionale Claudio Pasqualin e Massimo Briaschi. Ma prima abbiamo analizzato la situazione che riguarda i quattro ex biancorossi.


Il record di Fortin, l'amarezza di Margiotta e Ferri


Un altro degli "epurati eccellente", il portiere Marco Fortin, che vanta trascorsi in serie A con Siena e Cagliari, dopo aver atteso a lungo una chiamata da via Schio, ha deciso di andare si è accordato con il club cipriota dell'Aek Larnaca, che milita nel massimo campionato. L'ex numero biancorosso, che ha firmato un contratto annuale un record l'ha comunque ottenuto: è in assoluto il primo calciatore italiano ad approdare nel campionato cipriota. L'augurio, di cuore, è che per lui possa rappresentare un'esperienza calcistica positiva e gratificante.

Per Fabio Gatti si era parlato di interessamenti da parte di Portogruaro e Triestina, ma poi le (eventuali) trattative non sono andate in porte. Proprio nelle ultime ore, secondo indiscrezioni, è stato scritto che potrebbe andare a giocare in Eccellenza con il Verbania. Si tratterebbe in ogni caso di un notevole ridimensionamento, rispetto all'esperienza in serie B con il Vicenza.

In queste settimane, soprattutto sui portali che parlano di calciomercato, si è parlato spesso anche di Massimo Margiotta, per il quale si era ipotizzata una sua esperienza nel campionato rumeno, e Michele Ferri. Al sito "www.tuttomercatoweb.com", proprio il "Gladiatore" ha espresso la propria delusione: «Per me il momento non è bello - le parole di Margiotta - soprattutto perché le aspettative erano altre e non pensavo di trovarmi in questa situazione. Dopo tanti anni mi aspettavo sicuramente una riconferma: c'erano state parole e non era certo mia previsione restare in squadra. Al momento cerco di trovare motivazioni e farmi trovare pronto per la squadra che, eventualmente, mi vorrà».

Lo stesso Ferri, era stato indicato a piazze importanti, tra cui Atalanta e Brescia ma per il momento non se n'è fatto nulla. Sempre ai colleghi di "Tuttomercatoweb" l'ex difensore non aveva avuto parole gentili, a metà luglio, per la sua ex squadra. «A Vicenza avevo firmato un anno, ora stanno un po' smantellando per rimanere entro certi costi, ma sapevo che il contratto era di un anno e non si era parlato di rinnovo. Sapevo di dover fare un anno e il discorso sarebbe poi finito lì. Non sono vecchio, ho 29 anni e sono disposto a rimettermi in gioco».

Tra i calciatori a fine contratto che il Vicenza ha lasciato liberi non c'è solo il quartetto appena indicato: il gruppo comprende anche il portiere Cristian Cicioni (appena 1 presenza nella stagione 2008-2009), il difensore Antonio Giosa (al quale peraltro un'offerta era stata fatta ma ha preferito accasarsi alla Reggina) e due paraguaiani, il difensore Ronald Huth e il centrocampista Cirilo Mora, per il quali non ha fatto avere l'opzione di acquisto dopo un anno di prestito.


Paolo Cristallini: «Meritavano tutti la conferma, ma abbiamo fatto altre scelte»


Il più dispiaciuto di questa situazione è sicuramente Paolo Cristallini, direttore tecnico del Vicenza, che ha coordinato in prima persona le operazioni del mercato. «Senza parlare dei singoli casi - confida Cristallini - posso dire che Fortin, Ferri, Gatti e Margiotta meritavano tutti la conferma per l'impegno profuso e la professionalità dimostrata in campo e fuori. Alla fine però abbiamo fatto altre scelte nei vari reparti, che non sono necessariamente legate ad un discorso di carta d'identità. Semplicemente il mercato ci ha dato la possibilità, nei vari reparti, di puntare su giocatori validi nei quali crediamo fortemente, anche in prospettiva futura».

Il più vicino all'eventualità di continuare la sua carriera è stato il portiere Fortin. «È vero - conferma Cristallini - per un certo periodo abbiamo tenuto in considerazione la possibilità di un rinnovo per Marco, che però sarebbe avvenuto solo nel caso in cui uno tra Frison e Russo, i due nostri giovani sui quali crediamo fortemente, fossero andati via. Poi nelle ultime ore di mercato, nell'ambito di altre trattative, abbiamo portato a casa un elemento di esperienza come Acerbis. Adesso questo reparto è ampiamente coperto».

Sulla scelta dei giovani al posto dei veterani, Paolo Cristallini non sembra essere completamente d'accordo. «In ogni squadra di calcio i giocatori esperti sono necessari, in quanto sono capaci di trasmettere la propria esperienza a tutti gli altri. Sicuramente sono più importanti le motivazioni, l'integrità fisica e la voglia di rimettersi in gioco giorno dopo giorno».


Claudio Pasqualin: «Colpa della crisi e nei prossimi anni andrà ancora peggio»


L'avvocato Claudio Pasqualin, come sua abitudine, non usa giri di parole ma va subito al centro del problema. «La scelta di puntare sui giovani - afferma - è il segnale evidente della crisi in atto da tempo, ma sicuramente nei prossimi anni la situazione è destinata a peggiorare ulteriormente. L'unica soluzione è una riduzione delle squadre professionistiche, che inevitabilmente finirà anche con il ridurre il numero di giocatori professionisti. Un format plausibile potrebbe essere una serie A a 18 squadre, una B a 20 e tre gironi di serie C da 20 squadre, per un totale di 98 team. L'attuale Seconda Divisione potrebbe diventare l'attuale serie D, cioè il primo torneo dilettantistico e a seguire tutti gli altri esistenti adesso».

Sui quattro giocatori del Vicenza non confermati dalla società biancorossa, Pasqualin dà questa versione. «Quando un contratto va in scadenza - continua - non è più un problema di ingaggio, nel senso che a quel punto anche chi ha avuto buoni stipendi in passato riparte da zero, nel senso che per lui si apre la trattativa con la stessa o un'altra società. Il vero problema è un altro: sino a qualche fa lo svincolato era un privilegiato nel senso che in primavera poteva offrirsi a questa o l'altra società. Adesso invece, fatta eccezione per i giocatori di fascia A, il mancato rinnovo a marzo-aprile e le difficoltà nel trovare un'altra squadra, cominciano a pesare, anche sotto il profilo psicologico, già nei mesi precedenti della fine del contratto. Molti di loro hanno paura di restare a spasso e addirittura dover lasciare il calcio visto che l'offerta di manodopera è clamorosa e le società propongono contratti al ribasso».


Massimo Briaschi: «Con le nuove regole i giovani hanno un solo anno per sfondare»


Anche un altro procuratore berico, Massimo Briaschi, ex centravanti di Vicenza e Juventus, è conscio della situazione di difficoltà che riguarda i veterani ma anche per i giovani calciatori non si preannunciano tempi facili. E Briaschi punta il dito contro il sistema: «La verità è che in Italia - il suo giudizio - ci si riempie la bocca con la valorizzazione dei vivai e il rilancio dei settori giovanili, in realtà poi i tecnici continuano a schierare i giocatori più esperti e navigati, a scapito dei giovani. Per cambiare le cose è stata necessaria un'imposizione della Lega, ossia l'obbligo di utilizzo di un certo numero di "under" in Prima e Seconda Divisione, ma anche questa decisione ha forti limiti: quest'anno sono richiesti i giocatori nati negli anni 1988, 1989 e 1990, ma nella prossima stagione si scalerà di un anno e quindi i 1988 diventano "vecchi" in quanto sarà necessario utilizzare calciatori del 1991. In altre parole questi ragazzi hanno un solo anno per mettersi in evidenza, poi rischiano di essere messi da parte».

«Va messa in discussione - conclude Briaschi - l'intera struttura dei campionati di Prima e Seconda Divisione, l'ex C1 e C2, se è vero che in questi campionati giocano calciatori che buona parte sono in prestito e vengono pagati dai club di serie A e B. Proprio i tornei di C non garantiscono introiti e quindi per i dirigenti è quasi impossibile pagare in proprio i calciatori».


nr. 33 anno XV del 18 settembre 2010

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