NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Il Veneto dal 1866 alla prima Guerra Mondiale in una pubblicazione del giovane storico Leonardo Malatesta

Prendendo in considerazione i rapporti tra militari e società civili “Una Regione in armi”, approfondisce i legami tra le due entità nel territorio di Thiene e dell’Alto Vicentino

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Libro Malatesta

Presentato nei giorni scorsi a Thiene, il libro "Una regione in armi": il Veneto dal 1866 alla Grande Guerra (Editrice Temi, Trento, 2010, p. 628, € 35) è l'ultima fatica letteraria di Leonardo Malatesta, giovane storico maladense di nascita, ma residente a Zugliano. Il volume tratta la storia della militarizzazione del Veneto dall'unità fino alla prima guerra mondiale. Dopo un capitolo introduttivo sulla storiografia militare italiana in generale e sui rapporti tra militari civili nel periodo considerato dalla ricerca, l'autore sviluppa il tema della militarizzazione della società veneta nel periodo 1866 - 1914, prendendo in considerazione i rapporti fra militari e società civile nella varie città della regione come Verona, Vicenza, Padova, Venezia, Belluno e Treviso, quelli con la chiesa cattolica, la presenza nelle Accademie militari dei giovani veneti, il tasso di nuzialità. Il capitolo centrale è quello dedicato alla Grande Guerra. Qui il libro approfondisce il rapporto tra esercito e società nel territorio specifico di Thiene. «La cittadina dell'Alto Vicentino era molto vicina alle prime linee - spiega Malatesta - Nel mio libro ho analizzato nei dettagli il ruolo dell'amministrazione comunale, quello della giustizia militare, gli internamenti, le case di tolleranza e del soldato, il ruolo della chiesa nelle retrovie e in prima linea, l'arrivo degli alleati. Il tema della militarizzazione del Veneto, sia durante il periodo liberale che nel conflitto mondiale non è mai stato trattato in modo organico. Con questo mio lavoro cerco di dare al lettore un'ampia visione del tema con l'utilizzo di documentazione archivistica inedita proveniente da archivi privati e pubblici, e anche analizzando la stampa e le pubblicazioni dell'epoca».

Leonardo, lei è giovane e potrebbe occuparsi forse di temi più attuali. Invece ha scelto di tornare indietro nel passato. Com'è nata questa sua passione per la storia e in particolar modo per quella militare?

«Sin da bambino andavo con la famiglia nelle zone di montagna dove si erano combattute aspre battaglie durante la Grande Guerra. Forse questo è stato il punto di partenza da cui è poi nato in me il desiderio di sapere, di approfondire fatti noti solo superficialmente grazie alla tradizione orale, molto utile in certi casi, anche se nello specifico della storiografia è meglio attenersi alla documentazione ufficiale, l'unica in grado di proporre la verità ai posteri. Devo molto anche alle letture con cui mi accompagnavo nelle escursioni per comprendere ciò che andavo a visitare. Poi, nel corso del cammino universitario, ho approfondito le conoscenze in storia militare e ho iniziato a frequentare archivi statali, come l'Archivio Centrale dello Stato; l'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito e l'Istituto Storico e di Cultura dell'Arma del Genio a Roma; i Musei del Risorgimento di Milano e Vicenza, oltre a numerosi archivi privati di alti ufficiali protagonisti della storia militare italiana. Mi sono laureato in Storia a Venezia nel 2001 con una tesi sulle fortificazioni italiane ed austriache di confine tra Veneto e Trentino, protagoniste della cosiddetta Guerra dei forti. L'ambito di ricerca, dalla prima guerra mondiale, nel corso degli anni si è poi allargato al periodo prebellico fino ad arrivare al secondo conflitto mondiale».

Oltre a varie pubblicazioni già all'attivo, lei collabora con numerosi gruppi di ricerca sul conflitto 1915-1918.

«Ho collaborato e lo sto facendo attualmente a numerose iniziative: tra queste mi piace ricordare il Progetto Italia - Austria "I luoghi della grande guerra in Veneto. Il museo diffuso del Grappa dal Brenta al Piave"; il Museo Storico della terza Armata di Padova; il Museo Storico del Nastro Azzurro di Salò; la Federazione dei Fanti di Vicenza».

Ritiene che lo studio della storia sia ancora oggi molto attuale, anche per un giovane?

«Io sono convinto che un Paese senza storia sia come un uomo senza memoria, perché la storia è maestra di vita. A mio avviso, la relazione tra la storia passata e il periodo attuale ha anche a che fare con la divisione fra le varie comunità che già al tempo della prima guerra mondiale non erano unite, non facevano squadra come si direbbe oggi, non erano coordinate perché ognuno faceva da sé. Il motto "l'unione fa la forza" non era molto in voga, allora come oggi».

Il libro, corredato da cartine topografiche e fotografie, si avvale delle prefazioni dell'avvocato Francesco Dal Ferro, del generale Carlo Maria Magnani, presidente nazionale dell'Istituto del Nastro Azzurro, del professor Marco Grandi, presidente del Centro Studi "Generale Domenico Grandi", del professor Francesco Perfetti dell'Università LUISS e del Presidente Onorario dell'Associazione Il Piave 1915 - 1918 Furio Lazzarini. In appendice il lettore troverà vari allegati, come l'elenco dei caduti di Thiene, alcune epigrafi dei caduti, l'Albo d'oro, l'elenco dei comandi.

Malatesta si occupa di storia militare italiana ed europea dell'età contemporanea. Tra i suoi volumi possiamo ricordare Altopiani di fuoco. La Strafexpedition austriaca del maggio - giugno 1916 (Istrit, Treviso, 2009); Il difensore della val d'Astico: il forte di Punta Corbin. La storia costruttiva e bellica di un'opera permanente della grande guerra (Temi, Trento, 2010); Il dramma del forte Verena: 12 giugno 1915. Nel 90° anniversario dalla distruzione del forte Verena, le sconvolgenti verità provenienti dagli archivi militari (Temi, Trento, 2005); Il forte di Cima Campolongo. La storia di una fortificazione italiana di montagna della grande guerra dell'Altopiano di Asiago (Temi, Trento, 2009); La guerra dei forti. Dal 1870 alla grande guerra le fortificazioni italiane ed austriache negli archivi privati e militari (Nordpress, Chiari, 2003). È presidente dell'Associazione Sperre Valsugana; vicedirettore della Fondazione Museo Storico del Nastro Azzurro di Salò; direttore del Comitato Scientifico dell'Associazione Culturale Tagliata della Scala. Dirige per la casa editrice Temi la collana storica Le Sentinelle di Pietra.

 

nr. 39 anno XV del 30 ottobre 2010

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