NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

Ovadia ci spiega il suo mercante di Venezia

“Importante a teatro è lasciarsi andare alle emozioni”

di Elena De Dominicis
elenadedominicis@virgilio.it

facebookStampa la pagina invia la pagina

Ovadia ci spiega il suo mercante di Venezia

La stagione della prosa del Teatro Comunale di Vicenza si è aperta martedì con "Shylock, il mercante di Venezia in prova" scritto con Moni Ovadia da Roberto Andò che ne firma la regia. Ispirato all'opera di Shakespeare, i ruoli sono interscambiati tra tutti gli attori tra cui lo stesso Ovadia e Shel Shapiro. Un'opera difficile che il pubblico ha solo relativamente capito, ma che il grande drammaturgo ci ha spiegato dettagliatamente nell'intervista che segue.

 

La prima cosa che si nota è l'allestimento: questi muri vecchi uno dei quali è macchiato di sangue, con delle grandi finestre e poi la ricorrenza del colore viola: il costume della crocerossina, quello di Antonio, le scarpe del regista, quelle di Porzia e la sua toga quando si finge avvocato. come mai la scelta di questo colore in questi dettagli? Perché c'è una macchia di sangue al di sopra di una finestra altissima?

Moni Ovadia: «Perché è probabilmente un ex macello, uno di questi luoghi del nostro tempo riattati per le rappresentazioni. Il viola è stato per anni il colore dell'antiteatro. Noi viviamo in un'epoca di antiteatro: vede che lo vogliono uccidere? Quando collaboriamo, Roberto Andò e io, parliamo e vogliamo che i nostri collaboratori abbiamo libertà espressiva. Io penso che i costumi siano straordinari e noi ci troviamo perfettamente in quella scena».

L'opera è definita commedia, ma effettivamente si presta molto al registro tragico. La Chiesa Cattolica viene letteralmente demolita soprattutto per quanto riguarda la rappresentazione più formale e istituzionale. Anche l'infermiera però sembra, secondo me, un'allegoria della Chiesa: litiga con il regista ebreo e rimane immobile voltando le spalle in alcuni momenti salienti.

«Un'opera teatrale che pretenda di relazionarsi col pubblico deve essere aperta. In quel momento la Chiesa svolge un ruolo di potere: Venezia è una città molto gaudente e laica, ma c'è comunque l'Inquisizione. È un po' un riferimento e un travestimento del riferimento. Nel "Mercante di Venezia" di Shakespeare, l'ebreo è il cattivo, il malvagio. Porzia invece incarna la cristiana angelica e quando fa l'avvocato parla di misericordia. Appena dopo, si accanisce contro Shylock spietatamente e con cavilli ignobili. Qui c'è un contratto che Antonio ha firmato, non è stato Shylock che l'ha obbligato. La lettura straordinaria che fa René Girard smonta l'idea, dice che Shakespeare ha completamente smascherato Venezia, che si dice non interessata, quando invece tutti vogliono i soldi, anzi paradossalmente Shylock dice: "Vi voglio dimostrare che il denaro non mi interessa, mi basta una libbra di carne". Hegel ha detto che i grandi personaggi shakespeariani sono liberi creatori di se stessi. Il critico Harold Bloom diceva che non sapeva se Dio aveva inventato Shakespeare, ma sicuramente Shakespeare aveva inventato noi. Shakespeare prefigura e anticipa tutto: il personaggio di Bassanio che interpreta il nostro personaggio mezzo gangster, finanziere, pappone, che fa anche Antonio, è una denuncia di quel mondo: tutto finto, ipocriti, la religione serve a mascherare le porcherie. Di Shakespeare tutto si può dire tranne che sia un autore religioso, non è assolutamente cristiano: usa quei temi e li incrocia e nel personaggio di Shylock è assolutamente grandioso. Riprende e ribalta completamente il personaggio di Christopher Marlowe e gli mette in bocca il famoso monologo, l'universale umano, in cui dice a Venezia: "come ogni buon allievo devo fare meglio del maestro, ho imparato da voi».

"Una Venezia senza Shylock per un'Europa senza gli Shylock": la Venezia di allora, secondo lei, era come la Berlino degli anni '30?

«Il nazismo nasce nel cuore della civiltà cristiana occidentale: i boia di Treblinka e Auschwitz erano stati tutti educati cristianamente. I vescovi tedeschi nel '95, dissero: "I cattolici tedeschi furono, nel migliore dei casi, indifferenti, più spesso complici.". A partire da Adolf Hitler hanno potuto coniugare il loro violento antisemitismo con la loro educazione: c'è una storia di 1500 anni di antisemitismo. Questo non è un gesto polemico nei confronti della Chiesa, assolutamente, lo è molto di più nei confronti del danaro. Perché abbiamo scelto il trafficante di organi? Perché quelli di Wall Street sono pronti a vendere carne umana per fare quattrini: stanno uccidendo milioni di persone con i subprimes e i derivati. L'elemento del potere della Chiesa è più riferito alla Venezia Shylockiana e a questa linea, perché la Chiesa ha molte linee, non è così granitica come si vuol far credere: c'è stato Torquemada, ma c'è stato anche San Francesco. Il riferimento è alla Chiesa che si allea con il potere senza scrupoli, lo ha riconosciuto lo stesso Wojtyla».

La musica nella cultura yiddish è parte integrante di un linguaggio culturale, che forse è quello più globale, ma al tempo stesso identitario: eppure si interroga su cosa a voglia dire essere ebreo, e fa cantare a Shel-Shylock, "Who wants to live forever". Forse Higlander è più un concetto che un semplice riferimento a un personaggio? Perché Shylock è immortale come Highlander?

«Abbiamo immaginato uno Shylock di 400 anni che vive in uno stato preagonico a causa di tutti i misreadings, le cattive interpretazioni, del suo personaggio e che ogni volta che viene sollecitato ritrova quella forza tipica dei personaggi letterari che attraversano i secoli. C'è anche sotto dell'ironia: sono 400 anni che ha addosso questa roba. Questo fa parte dell'invenzione teatrale, la scrittura scenica di reinvenzione mi appartiene».

continua »

Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar