NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
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Quel Palladio ancora chiuso

La chiesa di Santa Maria Nova opera del Palladio è chiusa da anni, trasformata in deposito di libri, l’assessore Lazzari impegnata a riaprirla

di Luca Ancetti
ancettil@tvavicenza.it

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Quel Palladio ancora chiuso

Nell'itinerario per "Palladio 500" le è stato attribuito, per favorire il percorso ai turisti, il numero 5, la tabella che ne sintetizza le note di maggiore interesse è ancora oggi esposta sul marciapiede, peccato però che possa essere ammirata solo dalla strada, essendo da tempo sbarrato l'ingresso da una cancellata che non ne consente la visita. Parliamo della Chiesa di Santa Maria Nova, uno dei pochi esempi di architettura religiosa palladiana. Questo gioiello a due passi da San Rocco è chiuso da più di un decennio: nemmeno i festeggiamenti palladiani di un paio di anni fa sono riusciti nel miracolo di riconsegnarla alla visita di vicentini e turisti. Oggi la sua funzione è e rimane quella di deposito di libri a servizio della biblioteca Bertoliana. Questo patrimonio cittadino datato 1690, anno in cui furono terminati i lavori, è attribuita a Palladio pur in assenza di una specifica documentazione, c'erano, perché ora sono conservate nella Pinacoteca, tele di Carpioni, Maganza e Maffei che impreziosivano le pareti del tempio caratterizzato da colonne corinzie, dal soffitto a cassettoni e da finestre che fanno entrare un luce che aumenta la suggestione del complesso. «Quella di adattarla ad archivio è stata una scelta sbagliata assunta dalla passata amministrazione - precisa l'assessore alla cultura del comune di Vicenza Francesca Lazzari - ora bisogna trovare una soluzione diversa per i libri, avevo pensato ai Magazzini Generali, ma le vicissitudini della società hanno bloccato l'operazione. Dovremo individuare una soluzione diversa perché è giusto riconsegnare ai vicentini e ai visitatori la chiesa di Santa Maria Nova quanto prima possibile». Qualcuno in Comune sotto sotto spera che si possa fare avanti un imprenditore mecenate che offra un capannone inutilizzato, gratuitamente o per un affitto molto contenuto. Altra soluzione potrebbe essere, ci permettiamo di suggerire, sfruttare gli spazi "inattivi" di diverse sedi di circoscrizione (alcune peraltro ospitano biblioteche quindi ben si presterebbero al servizio di deposito di libri): anche per questo una riforma del decentramento si rende ancora più urgente.

 

nr. 03 anno XVI del 29 gennaio 2011

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