NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Dalla pizzica a Peter Gabriel

Grande successo a Festambiente del gruppo salentino Officina Zoè che spazia naturalmente dalla musica popolare pugliese all’influenza del grande artista ex leader dei Genesis

di Elena De Dominicis
elenadedominicis@virgilio.it

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Officina Zoè

Edoardo-Winspeare (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Strepitoso successo di pubblico questo week end a Festambiente per il gruppo salentino Officina Zoè, che con la pizzica-pizzica ha entusiasmato i presenti al punto da dover prolungare il concerto un po’ oltre il tempo previsto. Officina Zoè è un gruppo che si premura di diffondere la tradizione della musica legata al fenomeno culturale della taranta con impegno e ricerca nell’innovazione, rimanendo fedele all’essenza originaria. Protagonisti di alcuni film del regista Edoardo Winspeare, sia come autori di musiche che come attori, gli Officina Zoè sono apprezzati e rinomati in tutto il mondo, hanno fatto tour in Giappone e negli Stati Uniti. Il loro ultimo album si chiama “Maledetti guai”, il prossimo progetto “Taranta nera” e vede la partecipazione degli artisti africani Sourakhata Dioubate, Mamani Keita e Baba Sissoko. Abbiamo incontrato Lamberto Probo, frontman e fondatore del gruppo.

Officina Zoè (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Avete cominciato subito con un brano tradizionale molto famoso, “Santu Paulu” e il pubblico ha risposto immediatamente ballando anche con perizia e competenza. Che origine ha questa canzone e come è successo che è diventata famosa in tutto il mondo?

«Le origini sono abbastanza semplici: parlano del popolo che viveva la sua vita naturalmente e ad un certo punto gli fu imposto un sincretismo per cui tutto quello che era rivolto a superare i confini della propria ragione, doveva essere fatto inneggiando ad un santo. Il rituale già esisteva ed era molto profondo, non era certo per Santu Paulu: la tarantola è un simbolo ancestrale, partiamo dalla notte dei tempi. Bisogna parlare di questo: una storia, non solo nel Salento, ma nel Meridione intero, che ci è stata negata, questo rimorso, ricchezza e nobiltà che si sono perse».

Voi avete partecipato anche al festival W.O.M.A.D. di Peter Gabriel (World of Music Art and Dance ndr) e far parte della “scuderia” di Peter Gabriel è un biglietto da visita formidabile. Lui come sceglie gli artisti?

«Non lo so! Penso che sia un festival molto intelligente e organizzato molto bene,che esce fuori dai confini culturali. Purtroppo quello che si produce in Italia sono manifestazioni inique, a partire da Sanremo fino al Primo Maggio, dove si sperperano risorse infinite e ci sono le solite lobby che propongono il nulla. Noi frequentiamo festival dove ci sono dietro organizzazioni e persone molto intelligenti che portano avanti gruppi che realmente parlano della propria storia e della propria anima, di costruire qualcosa che va oltre la superficie e raccontano ciò che è dentro e che fluisce».

pizzicata (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Pizzica e taranta: come si combinano questi due fenomeni culturali oggi?

«La pizzica è il ritmo della taranta. La taranta è l’espressione e la radice, è quello che esce fuori dal luogo comune e lo distrugge, apre le brecce e costruisce le ragnatele. Mi riconosco anche io in questa società occidentale che ha lavorato solo sull’avere, ma buona parte del mondo, oggi, è stanca, succhiata nell’intimo e comincia a raccontare se stessa e a ricostruire un’anima che è quella che si riconosce in una madre, che è la nostra madre. La pizzica è così antica e vecchia, così semplice nel suo incedere e nello stesso tempo così ossessiva, che ti riporta nella tua parte più intima e ancestrale, dove la menzogna diventa una barzelletta».

Congruenze e differenze con la tarantella e la tradizione partenopea?

«La tradizione partenopea è di un ricchezza assoluta, è qualcosa che andrebbe conservato, esaltato e raccontato. Alla base di questa ricchezza partenopea penso che ci siano tutte queste culture che noi chiamiamo semplicemente tarantelle, così come definiamo il Meridione una non storia: da quando io sono nato sono figlio di nessuno, ma in realtà, andando a guardare, io sono figlio di una stirpe antichissima che ha dato il padre a tutta la cultura europea. Oggi parliamo della Grecia, nazione più ferita del mondo, e di una Germania ricca che detta, ma in realtà senza la Grecia non ci sarebbe stata MAI una Germania. Oggi la pizzica è questo, è raccontare una storia che è stata defraudata e derubata partendo dal principio, raccontare come un fiore possa nascere dalla terra: non è bello solo quando sboccia, ha delle radici profonde che vanno a fondo nel fango; solo da lì può nascere una pianta bella, quando ha un humus ricco. Se il fiore dimentica l’humus, appassisce».

Officina Zoè (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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