NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

“Noi non siamo napoletani”

Per imprenditori e sindacalisti vicentini episodi come quello dello stabilimento FIAT non sono replicabili nel nostro territorio. Esiste un “diritto perfetto” per i lavoratori? A quanto sembra... no

di Paolo Usinabia
kagliostro@hotmail.com

facebookStampa la pagina invia la pagina

“Noi non siamo napoletani”

«C'è il rischio di conservare i diritti perfetti e perdere le fabbriche». L'affermazione, al meeting di Rimini, è del ministro delle Finanze Giulio Tremonti in riferimento alle vicende di Pomigliano d'Arco e Melfi. Una vicenda che sta ponendo effettivamente un problema più generale che riguarda l'intera classe lavorativa italiana. Sono realmente in pericolo diritti fondamentali dei lavoratori, conquistati con anni ed anni di lotte sindacali oppure siamo di fronte ad irrigidimenti ideologici di una parte del sindacato che rischiano di mettere in pericolo la competitività delle aziende e il lavoro di chi, fra i lavoratori è meno radicale? Abbiamo sentito alcuni interlocutori.

 

Copiello (CISL): "Il problema non è il diritto, ma la FIOM"

 

La prima reazione è di Luigi Copiello, segretario provinciale della CISL di Vicenza che sbotta come al solito elegantemente, individuando precisi responsabili ad una situazione nella quale si cerca di fare il gioco delle tre carte.

«Non capisco perché devo pagare io i conti della FIOM! Se esiste un sindacato "assurdo" (eufemismo sostitutivo del redattore), che fa del conflitto la sua ragione d'essere, è una sua scelta e la situazione è una sua responsabilità. Perché mettere in campo i diritti Dei lavoratori? La responsabilità è ben identificabile. Adesso perché c'è un ladro in giro mettiamo in galera tutti?

Ci rendiamo conto che con quelli della FIOM non esisterà mai un "diritto perfetto"?

C'è un sindacato che ha fatto una scelta e si parli di quello. Tremonti, affermando che con i diritti perfetti si chiudono le fabbriche è furbo, ma io non ci casco.

Infatti, lo stesso Bonanni dice che la FIAT non deve prestarsi al gioco della FIOM, e io dico che la FIOM e Tremonti giocano insieme... nei meccanici e nelle altre categorie non succede nulla di quello che succede a Melfi. Quindi è un problema del diritto o un problema del sindacato? Cassino dista 120 km da Pomigliano, ci sono i 4 sindacati e non succede nulla di tutto quello che succede a Pomigliano e a Melfi.

In poche parole, se c'è il limite dei 50 all'ora ed io vado ai 70, che facciamo? Cambiamo il limite e lo abbassiamo? Cambiamo il codice della strada per una mia mancanza?"

Una situazione del genere può accadere a Vicenza?

«Non è mai successa nel nostro territorio, quindi non è un problema di diritti... In provincia di Vicenza, sarà perché sono minoritari e perché la cultura della gente è diversa, non esistono problemi di assenteismi. Gli accordi si fanno e si rispettano. Quando l'accordo è approvato viene rispettato in primis dai lavoratori.

Concludo dicendo che la discussione odierna la fa fare franca a coloro che dei diritti non gliene frega nulla».

 

Carletto (CGIL): "Diritti negati a Pomigliano"

 

«Credo che si debbano distinguere alcune cose», afferma Fabiola Carletto della segreteria generale della CGIL. «Copiello si centralizza sulla FIOM. È vero che tutto è partito da Pomigliano, ma è anche vero che la contestazione che è partita aveva dei validi fondamenti tanto che da noi una situazione del genere non verrebbe mai accettata. Se qualcuno avesse intenzione di imporre quelle condizioni lavorative a Vicenza noi non saremmo d'accordo, perché non accetteremo mai il fatto che i diritti dei lavoratori vengano violati. Il modello Marchionne non verrebbe accettato.

Inoltre il "non reintegrare" i lavoratori nel posto di lavoro non è un problema della FIOM. Lo hanno ribadito il presidente Napolitano, la CEI, il giudice del lavoro, che dicono che i lavoratori vanno reintegrati. Sulla questione dell'accordo di Pomigliano, prendiamo atto che la maggioranza ha detto sì, ma il 40% è stato contrario. E, parliamoci chiaro, lì sono stati toccati due fondamentali diritti: quello allo sciopero e quello alla malattia. L'idea è quella di delegittimare la proposta di contratto nazionale di lavoro, a prescindere dalla FIOM che non vuole mettersi attorno al tavolo perché afferma che vengono toccati i diritti dei lavoratori. L'atteggiamento della FIAT è sbagliato e il non reintegro dei lavoratori aggrava il conflitto. Da lì si potrebbe ricominciare a dialogare.

Tremonti ha anche detto: il conflitto avviene principalmente nelle grandi aziende dove viene applicato l'articolo 18, non nelle piccole. C'è bisogno di aggregazione... Questo significa forse che vuole togliere anche questo diritto? Sarebbe un ulteriore fronte di conflitto.

In sintesi credo che bisognerebbe mettere le bocce ferme e ripartire.

Infine ritorno sulla FIOM. Non esiste un problema FIOM perché nelle altre province e regioni questa parte del sindacato si siede attorno ad un tavolo e discute».

 

Xoccato: "A Vicenza non si fanno sceneggiate"

 

Giorgio Xoccato è delegato di Confindustria per le relazioni industriali. «Credo -ci dice- che si stiano estremizzando episodi che andrebbero ricondotti a quello che sono. La vicenda dei tre delegati sindacali è importante, ma ha un valore simbolico. Ci sono migliaia di operai che hanno espresso il loro consenso per continuare a lavorare e continuare a produrre. Se è giusto preservare e garantire i diritti dei tre sindacalisti, è altrettanto giusto preservare i diritti degli altri lavoratori e della FIAT che ha investito in maniera pesante su quella realtà. La presidente Marcegaglia si è espressa correttamente su questa questione. È una grande vicenda. Grande perché può dare l'inizio ad una riflessione critica sullo stato delle relazioni industriali nel nostro Paese. Si è cercato di smuoverle in una accezione più moderna. Il grande monito di fondo posto da Tremonti è: «Attenzione che con questa ossessione dei diritti si rischia di perdere la fabbrica». Un'esagerazione/provocazione con la quale non si mettono in discussione i diritti e le libertà sindacali, ma è ovvio che bisogna considerare che il mondo è cambiato ed il rischio è quello di perdere decenni di lavori fatti. Si tratta di aggiornamenti che per alcuni possono essere dolorosi e sorprendenti, ma necessari. Prima o dopo si sarebbe dovuto fare i conti con una realtà di mercato che non consente inefficienze di alcun tipo. Abbiamo l'esempio virtuoso di un grande Paese come la Germania, ricca, potente, con costi di produzione più alti del nostro, ma che ha saputo fare un gioco di squadra, creare un sistema Paese e ha dimostrato per prima che i sacrifici richiesti ai lavoratori stanno pagando. Si sta parlando di riduzione del periodo di ferie. Lavorare di più per cogliere la possibilità di maggiore lavoro che in questo momento c'è.

In molte realtà in Italia le cose funzionano e gli accordi si fanno senza tanti strombazzamenti. Anche a Vicenza possiamo dire che facciamo buona scuola in questo. Le relazioni sindacali ed industriali si sono velocemente adattate ed aggiornate. In azienda gli accordi si fanno anche quando sono dolorosi e senza sceneggiate... da altre parti no».

continua »

Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar