NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Come il digital divide “sparisce” dall’orizzonte

A distanza di nemmeno due mesi dall’altra trasmissione del 10 novembre In Piazza ha riproposto il tema della banda larga anche alla luce di una nuova convenzione tra Opensky e Confindustria Vicenza: e si scopre che non ci sono più zone d’ombra e che ogni angolo del territorio provinciale, montagna compresa, è raggiungibile da un servizio completo e rapidissimo

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Come il digital divide “sparisce” dall’orizzonte

(g. ar.)- Prima della fine del 2011 una comunicazione di Confindustria Vicenza parlava di almeno 190 aziende prive del servizio di banda larga per la connessione a Internet. Ora però quel digital divide sta per essere ridotto ai minimi termini, anzi: diventa addirittura uguale a zero, grazie alla convenzione che proprio Confindustria Vicenza ha sottoscritto con Opensky per la fornitura di un servizio da piattaforma satellitare pensato su misura per le esigenze delle aziende. Il tutto si aggiunge all’iniziativa della Regione che sulla banda larga ha investito 40 milioni nel bilancio 2011 e all’altra iniziativa, quella della Provincia, che ha aperto alla fascia più ampia di utilizzatori (scuole e anziani tanto per descrivere la gamma possibile) l’accesso a internet.

Come il digital divide “sparisce” dall’orizzonte (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Ne abbiamo parlato a In Piazza, con ospiti Matteo Salin settore tecnologie avanzate di Confindustria regionale, Walter Munarini, direttore generale di Opensky, Gianni Perbellini, servizi innovativi e tecnologici di Confindustria Verona, l’assessore regionale Marino Finozzi e l’assessore della Provincia Andrea Pellizzari.

Il risultato di questa seconda puntata dedicata alla banda larga è quanto mai interessante, addirittura clamoroso: da novembre ad oggi sono praticamente annullati i punti cosiddetti di zona d’ombra sul territorio, quelle zone in cui la ricezione del segnale satellitare era da sempre un problema per difetto di investimenti ma anche di effettiva raggiungibilità. Ora però un’azienda privata, Opensky, avendo trovato la formula giusta si è presentata con una proposta che promette di essere oltremodo vantaggiosa sia per la qualità del servizio sia per i costi; l’occasione per riparlare di tutto questo a In Piazza ci è stata offerta dalla convenzione che con Opensky è stata firmata dall’Associazione Industriali di Vicenza, la stessa che sul finire dell’anno scorso aveva appunto segnalato la difficoltà di alcune delle sue aziende iscritte, quasi 200, ad adeguarsi alle esigenze produttive e di comunicazione attuali.

Opensky è una costola di Pentastudio (Paolo Dalla Chiara è presidente di entrambe) ha la sua base operativa a Vicenza ma opera già attivamente in tutta Italia e in Europa utilizzando una piattaforma di trasmissione dati messa in orbita nel giugno dell’anno scorso e che ora rivela per intero la sua efficacia tecnologica e di comunicazione. Le risposte che ha dato ad un mercato fortemente improntato alla domanda sono importanti: non essere adeguatamente serviti significa per tutti, specie per gli imprenditori, vivere una situazione di netta inferiorità dal punto di vista della capacità di stare alla pari con la concorrenza e della stessa possibilità di innovare il proprio prodotto al ritmo che il mercato richiede.

Inutile aggiungere –e tutti gli interventi nel corso della tavola rotonda lo hanno confermato- che la nuova offerta presentata agli industriali e diventata poi oggetto della convenzione rappresenta la chiave di volta a tutto il problema perché elimina in un istante qualsiasi difficoltà precedente.

Molto interessante –anche questo è da sottolineare- che a In Piazza abbia partecipato per la prima volta anche Confindustria Verona che con Vicenza ha aperto proprio su questo terreno un nuovo dialogo. Come dire che l’esperimento di Vicenza ha già superato la fase del vediamo come va a finire e che si può ritenere invece un vero e proprio riferimento pilota per tutto quello che verrà proposto e realizzato a partire da questo momento.

Per concludere, il digital divide non esiste praticamente più e questa situazione si rifletterà molto presto anche su altri settori della vita economica provinciale e nazionale, come la pubblica amministrazione. La disponibilità di risorse tecnologiche è completa, gli alibi possibili sono tramontati.

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