NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Come il digital divide “sparisce” dall’orizzonte

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Come il digital divide “sparisce” dall’orizzonte

La tavola rotonda di In Piazza è ovviamente cominciata sul tema centrale dell’accordo tra Opensky e Confindustria Vicenza e sulle varie fasi che l’hanno caratterizzato: come ci si è arrivati?

Salin (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)MATTEO SALIN- La proposta di Opensky è di alcuni pesi fa; abbiamo avuto modo di studiare ampiamente le sue caratteristiche, da giugno ad oggi si è potuto verificare che cosa faceva e come lo faceva, e naturalmente si è constatato che ci si trovava di fronte ad un modo più completo di trasmettere dati con caratteristiche vicine a quel che serve alle aziende e con tempi e costik che abbiamo giudicato congrui. Tutta la materia è sempre costantemente in progresso per cui nessuno è in grado di dire in un certo momento se si è raggiunto il massimo rendimento in un determinato settore. Quello che ci ha proposto Opensky ci è andato bene e dopo le necessarie verifiche abbiamo deciso di firmare quella convenzione che mette i nostri associati nella condizione di avvicinarsi a questo prodotto se lo ritiene adatto alle proprie esigenze.

WALTER MUNARINI- Il nostro prodotto sta convincendo le aziende ed è ancora unico al mondo con la sola eccezione di un satellite mandato in orbita dagli Stati Uniti e che segue la nostra stessa falsariga. Eutelstat nostro partner mondiale, Opensky vicentino e italiano: sono una buona combinazione per il superamento definitivo del digital divide; noi diciamo sempre che Eutelstat fa scendere il segnale dal cielo mentre noi lo portiamo al cliente dovunque si trovi; da una parte offerta per gli utenti privati, economica e performante quanto basta, ma anche per le aziende con diversi prezzi e diverse prestazioni a misura della richiesta; direi che la cosa fondamentale è che il satellite porta prestazioni veloci, acceso in un giorno, installato e funzionante con un investimento chirurgico (da 300 a 95 euro per le aziende convenzionate); la soluzione totale del digital divide a lungo termine arriverà con i tempi con la fibra, ma occorrono anni, forse almeno dieci, e sappiamo che l’azienda lavora oggi, subito; come una casa non può non avere luce acqua e gas così il servizio internet è indispensabile all’azienda. Ora resta il divide culturale che andrà superato, ma anche per questo occorre tempo.

Perbellini (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)GIANNI PERBELLINI- Con affinità e similitudini come quelli esistenti tra territori contigui come Vicenza e Verona non potevamo non esserci; il digital divide che ci caratterizza è per valli prive di segnali e impenetrabili che necessitano di segnale internet; la nostra pedemontana è fortemente industrializzata dalla Valpolicella alla valle di Illasi all’Alpone, dove settori vitivinicolo, del marmo e manifatturiero necessitano di una forte implementazione di tecnologia. Ecco perché siamo qui. Le aziende di medio livello hanno necessità precise mentre le infrastrutture battono in testa. Questo tipo di soluzione che ritengo avanzata ma ponte è di grande interesse per i nostri territori. Si può sviluppare con Confindustria Vicenza una sinergia vincente. Teniamo presente che il 60 per cento dei piccolissimi imprenditori ritiene inutile il collegamento internet: vuol dire che c’è molto da lavorare. Tutto va studiato e fatto a cominciare dall’intervento della Regione che richiede altro tempo e che secondo me richiederebbe anche dinamiche più condivise. Questo di Vicenza è un momento che va condiviso e accompagnato.

MARINO FINOZZI- Il nostro investimento di 40 milioni non elimina tutto il problema; ci sono zone della nostra regione che rimangono escluse per definizione da una rete di fibre ottiche per il semplice fatto in cima ai monti e per la maggioranza delle valli non si arriva con questo mezzo; io che mi occupo di turismo lo posso dire con sicurezza visto che mi sono occupato di creare proprio per le zone montane di non facile accessibilità un sistema di contatti e comunicazione a tecnologia avanzata che utilizza ad esempio i cellulari; il turismo è un’industria importante per il Veneto, 15 miliardi di indotto all’anno; con la strutture tradizionali non si arriva, dunque, per cui ho colto con attenzione il nuovo servizio e impegnato 40mila euro per fare cosa? Per un progetto sperimentale di installazione delle antenne sui rifugi alpini, tutti in aree disagiate dove non si arriva in altro modo, ed un servizio che ha due finalità: dare al gestore uno strumento importante e ai turisti in transito informazioni dirette e continue anche per la sicurezza; già oggi gli appassionati con un wi-fi anche modesto possono scaricarsi informazioni utili sulla montagna, i percorsi, le difficoltà, ecc. Questa è la prima fase; dopo arriveremo alle strutture pubbliche, ospedali, municipi ecc. tutte quelle strutture che possono ritrasmettere sul territorio informazioni utili; già oggi i Comuni garantiscono accesso a internet: perché non farlo in montagna dove il servizio è ancora più necessario visto che la montagna si svuota anche per il fatto che non ci sono garanzie di lavoro e le garanzie di lavoro anche a casa con internet ci sono subito.

È vero che il riversarsi maggiore di tutto può essere alla fine la questione del telelavoro e quindi della trasformazione fisica di una giornata tipica di lavoro individuale?

GIANNI PERBELLINI- Fondamentale questa considerazione perché il tema del telelavoro è centrale per generazioni in crescita ed è centrale per evitare movimenti reali e fisici delle persone che ci potremmo tranquillamente risparmiare; se uno ha possibilità di telelavorare non va a inquinare il territorio, non si deve mettere in cosa su autostrade intasate, può rimanersene a casa e fare contemporaneamente il proprio lavoro e quello che la casa stessa gli richiede in quel momento. Il telelavoro lo sfruttiamo molto poco, la consuetudine è quelle di avere la gente in ufficio, più o meno in orario, più o meno stressata; bisogna allargare il ragionamento con l’idea di risolverlo e non con riserve mentali costituite dalle soluzioni del passato. Se dovessimo ragionare sull’opportunità del telelavoro e di lavorare dove più ci piace scopriremmo subito che tutto è possibile, ma è anche vantaggioso, proficuo per il risultato del lavoro.

Pellizzari (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)ANDREA PELLIZZARI- Mi piace ricordare a tutti noi gli immigrati sistemati a Valli del Pasubio che chiedevano di spostarsi perché non avevano internet. È o stato un grande spot al punto che oggi mi domando se davvero esistono ancora imprenditori che sottovalutano la funzione economico-produttiva della rete; oggi sarebbero già in svantaggio rispetto anche agli anziani che ci hanno sorpreso: abbiamo visto che dando uno strumento e una piccola spinta di avviamento proprio gli anziani sono in grado di esprimere punte di fruizione4 incredibili. La Provincia pur con limitati mezzi ha raccolto questa possibilità con alcuni corsi per l’uso del pc agli anziani utilizzando il supporto dei giovani, giovani ancora nelle scuole superiori, avvicinando due categorie sociali tendenzialmente poco connessi. Politiche giovanili e innovazione soni diventati così elementi della politica della Provincia. Giovani e non giovani hanno fatto e stanno facendo una esperienza di vita importantissima. Il nostro associarsi con Eldy, onlus di volontariato, ha prodotto risultati incredibili, come approdare alla BBC in quanto portatori di una esperienza che viene ora divulgata in tutto il mondo. Dopo di che bisogna andare oltre, la comunicazione deve fare i suoi passo e tutto deve entrare nella logica anche della pubblica amministrazione; guardiamo solo il valore della PEC in quanto corrispondenza alla stregua di una raccomandata per capire quanto si può facilitare la nostra vita quotidiana. Merito alla Regione di avere investito nel settore.

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