NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Dopo l’alluvione il Pat va modificato?

La politica locale si interroga dopo la proposta della parlamentare leghista Manuela Dal Lago

di Luca Faietti
faiettil@tvavicenza.it

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Dopo l’alluvione il Pat va modificato?

«L'alluvione ci costringe ad una approfondita riflessione che non può non prescindere dalla modifica dei dettami del PAT. Lo stadio, gli uffici comunali già ci sono, pensiamo a tutelare il territorio della città». Questo ha affermato Manuela Dal Lago, consigliere comunale e parlamentare della Lega Nord. Una provocazione o un atto di fede per conciliare l'azione politica ad un unico obiettivo, quello di dare risposte concrete alle emergenze come questa? E serve anche rivedere il bilancio per supportare l'azione di prevenzione in città? Domande sulle quali la politica si sta interrogando.

Una proposta verde contro la cementificazione selvaggia. In cosa il Comune dovrebbe investire maggiormente per prevenire disastri come quello dell'alluvione del primo novembre?

Antonio Dalla Pozza, assessore all'Ambiente di Vicenza: «Credo che le proposte dovrebbero essere non solo del Comune, ma di tutti gli Enti che sono preposti alla tutela del territorio. È indubbio che la maggior parte delle colpe per quanto avvenuto vada ricercato non tanto nella gestione delle emergenze (allerte, avvisi alla popolazione), quanto nella mancata prevenzione di questi fenomeni. E la prevenzione non consiste solo nella realizzazione di casse di espansione e di bacini di laminazione, ma anche nella pianificazione urbanistica. Aver permesso di costruire in aree golenali e in bacini di espansione o in prossimità degli argini, la grande impermeabilizzazione del territorio, il non consentire la creazione dei bacini di laminazione per paura di perdere aree trasformabili: sono tutte concause di quanto avvenuto. Così come lo è la scarsa cura dei fiumi, dovuta al progressivo impoverimento - per mancanza di risorse - degli Enti preposti alla loro tutela.

Oggi sicuramente un Ente locale, come il Comune, fa fatica - anche e soprattutto per motivi di competenze che non può sottrarre agli Enti che per legge le hanno - ad "investire". Può invece essere capofila, assieme agli altri Comuni "rivieraschi" e del bacino idrografico in cui ricade il nostro territorio, per fare "massa critica" verso gli Enti preposti, affinché provvedano a realizzare le opere di prevenzione idraulica. Uno degli strumenti di cui ci si potrebbe servire è quello del "Contratto di fiume", protocollo d'intesa condiviso tra i vari Enti per tutelare la risorsa fiume e prevenire le criticità. Un altro versante, ed è quello in cui attualmente ci stiamo attivando, è quello della creazione di modelli previsionali per monitorare l'andamento delle precipitazioni, l'assorbimento del suolo, l'ingrossamento degli affluenti e dei principali conferenti, le onde di piena, le possibili aree esondabili, le conseguenze possibili delle esondazioni. Servono competenze specifiche, strumentazioni, continue tarature dei modelli. Vorremmo dotarci quindi in tempi molto brevi di uno strumento simile a quello che l'Amministrazione Comunale di Torri di Quartesolo ha a disposizione per evitare le esondazioni sul ponte palladiano sul Tesina: chiaramente la realtà di Vicenza è molto più complessa, ma proprio per quello dobbiamo massimizzare le nostre conoscenze di fenomeni che, a causa dei cambiamenti climatici, rischiano di diventare sempre più violenti e sempre più frequenti».

«Condivido e amplio la tesi di Manuela Dal Lago -spiega il capogruppo PdL Maurizio Franzina- Questa emergenza ci dice che le politiche del territorio vanno radicalmente modificate. E la priorità va data alle emergenze ambientali. E quella idrogeologica è anche nel Vicentino una reale emergenza. Sottolineo però che lo strumento principe di questa impostazione innovativa del governo del territorio è il PTCP. Nel PTCP dovranno (e siamo ancora in tempo) trovare collocazione norme di vincolo "stringenti" per le aree dei bacini di laminazione, norme per la inedificabilità delle casse di espansione naturali dei fiumi. Norme per la salvaguardia del territorio agricolo. Non dobbiamo scordarci che negli anni '60 tutta la zona industriale ovest fu pianificata, e realizzata, in un'area di esondazione del Retrone, ed ora e ne paghiamo le conseguenze. Ed anche nel PAT, come ho già detto in Consiglio Comunale, vanno fatti importanti aggiustamenti in questo senso. E non dimentico che il PAT può anche modificare la edificazione già prevista nel PRG, ma non ancora attuata. C'è a Vicenza anche la necessità di rivedere, coraggiosamente, anche questo aspetto dell'urbanistica. Il comune deve investire nella protezione civile, nella rete di monitoraggio dei fiumi, nei sistemi per avvisare la popolazione (dalle sirene, per chi è a casa, agli SMS per chi a casa non è, bisogna avere un efficiente sistema di rapido allertamento della popolazione). Il bilancio 2011 è in fase di formazione, per cui serve che anche il comune, nei limiti del possibile, faccia la sua parte. Sia per la prevenzione, sia per l'aiuto alla popolazione colpita dal disastro.

Su questo come PdL saremo attenti e pronti a proporre emendamenti che taglino alcune inutili spese di rappresentanza, e stanzino risorse per gli alluvionati. Dobbiamo certamente battere i pugni a Roma ed a Venezia per avere ciò che ci è dovuto, ma non possiamo esimerci dal fare la nostra parte anche nel bilancio comunale».

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