Quale è la logica che ispira questo bilancio Veneto? Quando incideranno le difficoltà relative al rallentamento subìto sul federalismo?

«La logica è quella dell'austerità che cerca comunque di salvaguardare i servizi del welfare: in sintonia con le strategie dei paesi comunitari, diciamo che il nostro bilancio va nella direzione di un prototipo di stato minimo pienamente compatibile con il modello sociale europeo. Le difficoltà rispetto al federalismo stanno tutte in una cifra: 4.315 €, cioè la differenza tra quanto ogni cittadino del Veneto versa allo stato e quanto riceve da tutte le Amministrazioni pubbliche; con il federalismo attivato, una parte di quella cifra resterebbe in Veneto e verrebbe reinvestita nel territorio. Le assicuro che stiamo parlando di miliardi di Euro. L'approvazione del federalismo municipale, mercoledì sera, è comunque già un grande passo avanti, perché esso darà risorse vere ai nostri Comuni».

Il buco nella sanità veneta come sarà gestito in tema di bilancio? Non c'è il rischio di un impoverimento dei servizi e di una perdita di qualità nel servizio sanitario veneto?

«No: il bilancio sanitario non è toccato dalla manovra, se non in maniera marginale e comunque non tale da pregiudicare servizi e la qualità di un sistema che è tra i migliori in Europa. Questo non significa che non si debba costantemente vigilare sui costi, abbattere sprechi, individuare economie, ma ciò rientra nella gestione normale di un amministratore coscienzioso, che vuole mantenere, se non aumentare, la qualità del prodotto, riducendo i costi. Le assicuro che il dottor Mantoan, cioè il vertice della sanità regionale, è una garanzia in questo senso. Se poi scatterà la procedura straordinaria per coprire eventuali deficit, come impone la legge, questa riguarderà eventualmente una manovra fiscale, ma non tagli nei servizi».

Prima il Veneto è lo slogan del Presidente Zaia. Ma lei crede che questo bilancio rispetti davvero questa linea?

«Sì: come dicevo è un bilancio che non crea facili consensi né un bilancio che mente, ma pone le basi sia per una sana finanza pubblica, sia per una sana pubblica amministrazione Diceva De Gasperi che il politico guarda alle elezioni, mentre lo statista pensa alle generazioni future: mi creda, Zaia opera in questa dimensione».

«Percentualmente i tagli più consistenti hanno riguardato la Presidenza, perché Zaia ha voluto dare un segnale in fatto di risparmio. Io l'ho seguito a ruota, come altri ad iniziare dal vicepresidente Zorzato o dagli amici Stival, Conte, Finozzi e tutti gli assessori. Abbiamo inciso in maniera durissima anche nelle società partecipate, nei Cda o nelle missioni che sono ridotte al minimo indispensabile».

A proposito: la giunta Zaia si opporrà al nucleare o lo vedete come una possibilità concreta per "fare cassa"?

«Detto che la questione energetica è strategica, come dimostra anche la crisi libica, e non va affrontata con l'idea di fare cassa, sottolineo che noi siamo contrari alla realizzazione di impianti nucleari in Veneto, non foss'altro perché con la realizzazione della centrale di Porto Tolle siamo autosufficienti e casomai esportiamo energia. Non bisogna escludere nulla a priori, ma noi come contributo anche alla comunità nazionale dobbiamo puntare prioritariamente a realizzare un piano energetico regionale inserito in un contesto di area vasta, un piano che guardi con molta attenzione alle forme di produzione ecosostenibili ed ecocompatibili, dall'eolico alla geotermia, biomasse, il teleriscaldamento, il fotovoltaico».

nr. 08 anno XVI del 5 marzo 2011

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