Ma quando lei è tornato a fare il sindaco a Cassola, non ha ripreso il progetto?
«Non avrei potuto farlo perché era già stata approvata la lottizzazione di quell’area».
Ma lei cosa pensava di fare?
«Un centro di smistamento merci in accordo con le Ferrovie dello Stato, funzionale alle necessità del territorio».
Adesso che torna a farsi sentire questa urgenza, Cassola potrebbe rispolverare quella proposta?
«Un intervento del genere ha ancora più senso oggigiorno. Sento parlare di idee di potenziamento della linea ferroviaria Trento Venezia e in un project financing potrebbe trovare sicuramente posto un centro merci, ma questo, ormai, non sarà più possibile realizzarlo a Cassola».
Comunque lei è convinto che avrebbe senso una struttura del genere nel comprensorio.
«Ma sicuramente, come l’aveva quando la proposi come Amministrazione. Se non a Cassola un centro intermodale lo si potrebbe collocare altrove, però nel Bassanese e magari nei pressi della futura Pedemontana Veneta».
Diciamo che lei è stato un anticipatore di suggerimenti che adesso tornano prepotentemente di attualità.
«Sì, l’idea era proprio quella di prevedere un potenziamento della linea ferroviaria e, conseguentemente, dell’utilizzo della stessa per il trasporto di gran parte delle merci da gomma a rotaia. È importante pensare ad una rivalutazione dei trasporti verso nord, ma anche alla nascita della metropolitana di superficie e ricordo al riguardo che una parte, quella a sud, l’ho fatto finanziare io quand’ero senatore».
A che punto era arrivato con l’iniziativa di un centro intermodale per le merci?
«Eravamo a buon punto ed avevamo anche costituito un consorzio con una decina di Comuni del Bassanese, un ente che è tuttora esistente e che qualcuno dovrà decidere se tenerlo ancora in vita o se lasciarlo definitivamente morire».
nr. 12 anno XVI del 2 aprile 2011