NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Le vie d’acqua della città di Vicenza protagoniste di esperienze brutte e belle

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Le vie d’acqua della città di Vicenza protagoniste

Qual è la filosofia che contraddistingue la rassegna?

«Il budget serve non solo a definire il cartellone ma anche a lasciare un segno concreto: dalla restituzione di un approdo prima impraticabile, quello di ponte Pusterla, sistemato da volontari in occasione della prima edizione e risistemato l'anno successivo, al recupero di una ruota fluviale per “riattivare la memoria” del fiume, sempre a ponte Pusterla, nel 2010. È un aspetto fondamentale per evitare che l'investimento economico si esaurisca in semplice intrattenimento. Vie d'acqua è nato per intrattenere, ma ha cercato di essere anche un modo per ripensare e progettare il fiume e gli spazi attigui come corridoi verdi della città, dedicati al turismo eco-sostenibile, al tempo libero».

Che dire della nuova edizione?

«Il fiume ha pensato da sé a riattivare la memoria della città... Ora l'approdo Pusterla è tornato impraticabile e lo stato di argini e fiumi ci impedisce di riproporre iniziative in aree vicine al fiume o nel fiume stesso. Purtroppo è una doppia emergenza a condizionare il programma della terza edizione: oltre ai segni lasciati daLe vie d’acqua della città di Vicenza protagoniste (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)ll'alluvione, anche le ristrettezze del budget fanno la loro parte. La rassegna si concentrerà in due soli giorni e avrà il suo centro nei Giardini Salvi [a des.], luogo d'acqua minore ma non meno affascinante. Il festival manterrà comunque alcune delle sue proposte più apprezzate, come i percorsi guidati in bicicletta e a piedi. Stefano Ferrio accompagnerà il pubblico sui luoghi dell'alluvione in città, dando la parola a chi l'ha vissuta sulla propria pelle: appuntamento alle 15 di domenica nella piazzetta della chiesa dei Carmini. Saranno proposte anche due pedalate dell'acqua, il sabato e la domenica alle 9: la prima verso sud lungo il Bacchiglione e l'altra al lago di Fimon sulle tracce di Paolo Lioy con Antonio Dal Lago, conservatore del museo naturalistico e archeologico. Acque Vicentine distribuirà la mappa delle fontanelle pubbliche di Vicenza: i partecipanti a pedalate e passeggiate potranno portare con sé una bottiglia o una borraccia per approvvigionarsi durante il percorso. I pomeriggi saranno dedicati ai bambini, con laboratori didattici e spettacoli di burattini, e alle installazioni artistiche e alle letture: domenica alle 18 ci sarà anche un concerto della big band di Ettore Martin che alternerà le letture di Gianlorenzo Ferrarotto. Sabato 11, in serata, la presentazione del nuovo libro dello scledense Umberto Matino che, dopo il successo de La valle dell'orco, pubblica ora un altro giallo, L'ultima anguana, ambientato ancora nei monti dell'alto vicentino, a testimonianza del ritorno di una delle figure mitologiche più care della nostra tradizione: l'ambigua ninfa d'acqua. Il programma serale di domenica vede due proposte di grande interesse e intensità. Il reading teatrale di Giuliana Musso, che darà voce a testimonianze e racconti di alluvioni, compresa quella del novembre scorso a Vicenza, con uno Le vie d’acqua della città di Vicenza protagoniste (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)sguardo umanamente incredulo: il titolo significativo è Ancora non mi capacito. Ad accompagnarla sul palcoscenico, i musicisti vicentini della Piccola Bottega Baltazar, una delle più apprezzate formazioni del nuovo folk d'autore italiano, che proporranno a seguire un set di brani tratti in buona parte dal loro ultimo album, Ladro di rose».

Facciamo una riflessione finale da parte di chi ha composto il programma e curato l'organizzazione del festival per tre anni?

«Il contesto difficile delineato dal dopo-alluvione e da altre importanti scadenze, come il referendum sull'uso della gestione idrica, suggeriva a nostro avviso una maggiore attenzione verso questo contenitore. Così non è stato per diversi motivi, anche economici. Per il futuro riteniamo sia necessaria una moltiplicazione delle direzioni del festival, non una riduzione. Nelle prossime edizioni si dovrà soprattutto riflettere sulla criticità del rapporto tra vie fluviali e uso e pianificazione del territorio, sull'evoluzione della legislazione e sulla gestione idrica. I presupposti per far sì che la tragedia dell'alluvione non si ripeta non nascono solo dai finanziamenti pubblici, ma anche dal dar voce a quei progetti promossi dalle amministrazioni, da associazioni e da privati, come la creazione di percorsi verdi destinati al tempo libero e al turismo, l'allestimento di approdi, gli interventi per rendere navigabili i fiumi vicentini e in generale il recupero delle aree fluviali finalizzato ad un uso sociale ed eco-sostenibile del fiume. Progetti che non devono costituire solo un modo di riconoscere il lavoro quasi sempre volontario di tanti cittadini, ma che dovrebbero inserirsi in una progettualità più ampia e strutturata che, partendo da Vicenza, sappia andare oltre i confini comunali, come i fiumi fanno di solito con naturalezza».

 

nr. 22 anno XVI dell'11 giugno 2011

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