NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Ma in montagna è... più alluvione

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Ma in montagna è... più alluvione

Molto chiaro, come si vede, e quindi un'indicazione che la Provincia ha ripreso: ora vediamo come e in che misura considerando che un problema non piccolo viene sollevato dai proprietari della aree destinate a esproprio e con valore già determinato: si sta riaprendo un contenzioso che la Provincia rifiuta.

pellizzari paolo (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)PAOLO PELLIZZARI- Intanto dico che sono assolutamente d'accordo con Formenton; i suoi progetti li abbiamo riadottati come amministrazione in una sorta di continuità che non abbandoniamo; ci siamo concentrati sull'acqua perché c'è il rischio idraulico e quello di scarsezza di risorse; grandi infrastrutture come il bacino di Caldogno sul quale siamo ancora ai preliminari. Diciamo anche che il problema è sempre quello della manutenzione costante perché per quanto si realizzi in pianura se c'è il cedimento di un argine non c'è bacino che tenga, il disastro avviene ugualmente. Manutenzione ordinaria e straordinaria quindi, perché non è possibile distrarsi più su questo terreno di interventi. Montagna e pianura vanno curate, non è più possibile far finta che il problema non esista né è possibile accettare la situazione di oggi con questi ostacoli e questi tempi. Il terzo aspetto che voglio sottolineare è quello della manutenzione dei fiumi che non vuol dire riparare gli argini, ma ripulire il fondo del fiume perché ripulendo si abbassa il livello e abbassando il livello ci si ripara da guai molto prevedibili eppure sempre presenti ogni volta che piove un po' più a lungo. Il materiale che viene trasportato a valle fa perdere portata ai fiumi. Siamo al livello zero e da qui dobbiamo ripartire evitando che il letto si alzi sempre di più. Se abbassiamo di un metro questi livelli creiamo di fatto un bacino di 500mila metri cubi che ci mettono in sicurezza. È un bacino naturale. A questo si aggiunge poi la rete di vasche di contenimento. Allora sì che si ottiene un intervento organico di difesa del territorio. Zone come passo di Riva sono lì a dire che una foresta di alberi può diventare un pericolo immediato per tutto ciò che è a valle di un esondazione del fiume. È una cultura che bisogna ricreare non lasciando che cada la tensione dello stare attenti a questi problemi.

FRANCO PERLOTTO- Condivido in pieno. Per il Rotolon abbiamo fatto un programma di evacuazione in caso di smottamento che riguarda 180 persone, adottato un sistema di autodifesa, non di evacuazione immediata: ci troviamo nella chiesa di Parlati e discutiamo il da farsi; la prima cosa che mi hanno detto è proprio quella che dice Pellizzari. I servizi forestali hanno cominciato a fare qualcosa e ora bisogna proseguire. Quel che manca è una visione di assieme sul settore acqua. A Recoaro abbiamo centinaia di sorgenti; come diceva Formenton nel suo intervento vanno dappertutto dal termale all'acquedotto al privato. La frammentazione degli organismi che si occupano di acqua è un danno, occorre un'autorità che gestisca l'acqua e che crei vita, non morte. Lavoriamo tutti assieme anche per gestire questo bene.

calli giorgo (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)GIORGIO CALLI- L'auspicio è per obbiettivo possibile con i metodi migliori per gestire il territorio; certo che quando ci si trova come oggi ad avere i soldi e non poterli impiegare dopo un anno... Noi quotidianamente ci siamo e dobbiamo dare risposte ai cittadini che giustamente faticano a capire. Ogni giorno si lavora per definire dei progetti di miglioramento, ma siamo in una fase di stallo.

ARMANDO CUNEGATO- La difficoltà nostra è proprio questa nei confronti dei cittadini. Noi collaboriamo e sappiamo di poter fare poco da soli, o niente, ma di poter contribuire ad un progetto di assieme. È quanto cerchiamo di fare. Ma fino a che non ci saranno progetti che puntualizzino la differenza tra montagna e pianura non se ne esce. Bisogna lavorare su questo concetto perché altrimenti interveniamo a salvare situazioni di emergenza senza però un quadro di sfondo completo su cui lavorare.

Ma occorre anche la collaborazione del territorio e di chi ci vive e ci lavora. Parlando di pianura c'è la nuova vertenza dei proprietari espropriati che hanno tentato o tentano di riaprire la trattativa peraltro conclusa. Parliamo anche di questo.

PAOLO PELLIZZARI- Bisogna capire che il dramma delle persone non è legato tanto ai beni perduti quanto alla paura quotidiana che si ripeta lo stesso dramma. È un sentimento radicato. Di fronte a questo ci sono persone che pensano di perpetua quei sistemi che hanno bloccato per cinquant'anni le grandi opere, mi pare che viviamo in realtà diverse. Culturalmente ho assoluto rispetto della proprietà privata ma c'è un dato oggettivo: il rimborso sugli espropri è ridondante rispetto al valore; queste persone devono essere rimborsate, ma una volta rimborsate non ci può essere rilancio al rialzo. Per il passato la politica è stata troppo morbida. Qualche tempo fa ho avuto qualche solidarietà politica adesso mi pare di essere solo. Deve prevalere ancora la logica che se quella contrada ti dà 30 voti devi considerarla a parte? Mi pare di no. È per questo che mi sono permesso di fare quell'intervento sul tema. Non per altro.

 

nr. 37 anno XVI del 5 novembre 2011

Ma in montagna è... più alluvione (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)

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