NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Per la regina della notte arriva lo sfratto

In Piazza si è occupata di prostituzione e conseguenze legate all’ordinanza del sindaco che prima ha stabilito poi allargandola la zona rossa interdetta alle attività a luci rosse in strada - Al dibattito hanno partecipato Daniela Sbrollini, Antonio Dalla Pozza, Stefano Giacomin, Roberto Meridio e Lanfranco Pinamonti – Attorno alla questione Campiello un’indicazione: senza ronde e con azioni completamente non violente si può incidere anche su una realtà difficilissima

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Per la regina della notte arriva lo sfratto

(g. ar.)- Prima dell’ordinanza Variati qualcuno aveva provato a profetizzare vita breve per il degrado di marciapiedi e strade intasati dalle prostitute e dai loro clienti. Alla fine l’intimazione di sfratto è arrivata e non è rimasto che trasferire armi e bagagli in zona industriale dove evidentemente problemi di convivenza non se ne hanno con nessuno salvo rarissimi casi di quasi inesistenti edifici destinati ad abitazione. Non tutto si risolve ovviamente così, ma almeno si dà un taglio ad una situazione generale che in qualche caso particolare come l’area attorno al Campiello di San Lazzaro era da anni al limite della vera e propria rottura. In fin dei conti si può dire che l’ordinanza del sindaco di Vicenza ha avuto effetti forse oltre le aspettative. Fino a che punto il risultato consolerà le aspettative dell’amministrazione e soprattutto della gente di quei quartieri che dalla prostituzione si è sentita presa in ostaggio? Difficile rispondere ora, ma possibile tentare una prima analisi.

In Piazza si è occupata proprio di questo argomento chiamando al tavolo della discussione la parlamentare del PD Daniela Sbrollini, l’assessore alla sicurezza Antonio Dalla Pozza, il sindaco di Creazzo Stefano Giacomin, il segretario provinciale del sindacato di polizia SIULP Roberto Meridio e Lanfranco Pinamonti in rappresentanza del comitato dei proprietari del condominio Campiello.

Abbiamo voluto dare avvio alla discussione ricordando i termini di una proposta di legge co-firmata da Daniela Sbrollini che fissa la questione prostituzione attraverso una falsariga indicativa decisamente interessante: prevenzione e recupero sociale, esercizio della prostituzione come e dove con l’individuazione di aree ed infine tutela delle comunità coinvolte. Abbastanza, come si vede, per affrontare tutto il discorso su una base di riferimento molto solida e di perimetro sicuro anche se la proposta è ben lontana dai tavoli che contano, da due anni ben conservata in una scrivania del Senato in attesa di tempi migliori. Anche questo aspetto della questione è interessante, come ha sottolineato Daniela Sbrollini, perché c’è una divaricazione netta tra il lavoro di commissione che poi ha varato le varie proposte in materia, un lavoro concorde e trasversale rispetto alle posizioni contrapposte dei partiti, ed invece la fase successiva dove non è mai stato nemmeno prossimo il momento del trasferimento della questione all’aula e men che meno al governo.

Paura di agire su questo terreno o che altro? Le opinioni dei nostri ospiti sono naturalmente differenziate, ma anche convergenti su molti punti importanti a partire da quello che un intervento è urgentemente richiesto insieme con l’altra considerazione: le ordinanze dei sindaci sono strumenti amministrativi con scadenza fissata per cui ci si deve domandare che cose le seguirà a meno di una reiterazione peraltro non così facilmente attuabile. E lo sfondo è ovviamente rappresentato dalla latitanza permanente e ancora una volta fortemente colpevole dello Stato: una questione tanto spinosa si può affrontare e superare di risolvere soltanto con una operazione legislativa convinta e forte che liberi le amministrazioni locali da compiti e pesi non loro. Così come è proprio allo Stato e all’autorità di governo che si chiede un po’ di coerenza nell’assecondare la soluzione dei problemi di ordine pubblico rafforzando la presenza ed i mezzi delle forze dell’ordine anziché procedere per tagli anche molto importanti come sta succedendo da qualche anno a questa parte.

in piazza gen (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Ma torniamo alla legge che non c’è e che pure basterebbe lasciar entrare in Parlamento dato che non esiste una sola, ma molte proposte e tutte sostanzialmente sovrapponibili, al punto da lasciar prevedere una forte maggioranza favorevole ad un unico testo.

DANIELA SBROLLINI- Non inventiamo nulla. Abbiamo semplicemente ripreso progetti che si sono formati negli anni a partire dall’Emilia Romagna che sono costruiti con le proprie comunità; ci tengo a sottolineare questo aspetto. Occorre un tavolo permanente tra enti locali dalla Regione ai comitati tra cittadino e le associazioni e gli operatori sociosanitari, tutti quelli che possono prendersi carico di questa situazione che dal 58 in poi, legge Merlin, non ha conosciuto momenti di crisi con anzi aumenti continui. I dati della commissione pari opportunità ci dicono che 9 milioni di italiani con frequenza variabile hanno avvicinato il sesso a pagamento. Il fenomeno va governato non ignorato. La società è molto più complessa e non la si può guardare con occhi rivolti al passato: o la prostituzione va per conto suo o si cerca di governarla. Diversamente dal disegno di legge Carfagna/Maroni mi sono occupata della questione territoriale da cui bisogna secondo me partire per lavorare seriamente alle soluzioni.

ANTONIO DALLA POZZA- C’è una debolezza nell’ordinanza data dalla sentenza della Corte Costituzionale dello scorso aprile sull’articolo 54, il pacchetto sicurezza, che ha sanzionato non estendibile all’intero territorio comunale e illimitato nel tempo il potere del sindaco, ma al contrario calato nella circostanza e nella realtà variabili del territorio. La nuova ordinanza che colpisce la prostituzione e non più i clienti scade a gennaio, ha tempo determinato ed è tarata sulle zone residenziali della città. Mi mette in difficoltà come amministratore ma ne condivido lo spirito. Ci sono ordinanze diverse per diversi Comuni, occupiamo spazi che sono del legislatore e le normative applicate da Comune a Comune debbono obbedire ad una logica unitaria e uniforme che può essere stabilita solo dal legislatore nazionale. Grazie all’accordo successivamente intervenuto con Creazzo Altavilla e Sovizzo si è stabilito uno scudo che come ho detto da difesa e ragione alle amministrazioni e alle loro popolazioni per quel tempo che le ordinanze prevedono. Dopo di che la questione cambia. Ecco perché manca veramente uno strumento nazionale che faccia da riferimento per tutti. La prostituzione su strada è un illecito amministrativo, un reato penale o qualcosa che non va regolarizzato e può proseguire così? A questo deve rispondere lo Stato. Dalla sentenza della Corte suprema abbiamo atteso la legge sulla sicurezza promessa da Maroni e oggi a governo caduto ancora non l’abbiamo vista. Vediamo cosa deciderà il nuovo governo.

STEFANO GIACOMIN- Un Comune come il mio cerca intanto di fare squadra per evitare l’effetto domino spazzando via a spese del vicino la propria spazzatura. Così è nato l’accordo con Altavilla e Sovizzo, così come si sono rimesse a posto le cose con Vicenza dopo un inizio difficile. Dopo l’incontro dal Prefetto si è creato un processo che ha reso uniforme e omogeneo l’approccio anche al di là delle situazioni territoriali diverse come in realtà succede anche nei nostri confini comunali e intercomunali. L’importante era giocare al meglio le carte disponibili e l’abbiamo fatto condividendo sia la struttura dell’ordinanza sia creando quel minimo di coordinamento delle forze dell’ordine che sono competenti territorialmente anche lungo direttrici che si incrociano e tra l’altro non solo tra loro ma anche con due Compagnie diverse di Carabinieri.

ROBERTO MERIDIO- Diciamo che la situazione per noi è in progresso, abbiamo l’ordine di eseguire le ordinanze dei sindaci; in un incontro del nostro sindacato abbiamo preso atto e constatato che il lavoro viene fatto regolarmente anche se siamo sempre meno. L’unica osservazione che posso fare ai sindaci quando fanno queste ordinanze è che si cerchi la collaborazione massima tra forze di polizia anche se capisco che un coordinamento è difficile da pretendere perché qualche volta non c’è neppure tra noi e i Carabinieri. Servono comunque più risorse se si vuole affrontare il problema. A parte il discorso sulle leggi dato che non è possibile abbandonare i sindaci in questo modo, è lo Stato che deve pensare e intervenire e pensare in chiave unitaria ad una questione che è evidentemente generale e non particolare di una regione o di una provincia. Servono mezzi e serve più organico ed è quanto ci aspettiamo.

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