NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Per la regina della notte arriva lo sfratto

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Per la regina della notte arriva lo sfratto

Ma quando si parla di delocalizzare il fenomeno, trasferirlo, esattamente che cosa si intende e soprattutto quali mezzi si ritiene che possano essere utilizzati per raggiungere il risultato che ci si propone?

daniela sbrollini (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)DANIELA SBROLLINI- Siamo partiti dal dato del 65% della prostituzione che si svolge su strada. In commissione abbiamo trovato molta condivisione cosa che non succede spesso. È perché se è vero quel 65% bisogna individuare dei luoghi che senza ghettizzare nessuno permettano dentro una legge quadro nazionale che dia certezza di lasciare che le attività si spostino lontano da zone residenziali, ospedali, luoghi di culto, ecc. Regolarizzare non il fenomeno in quanto tale ma regolarizzarlo perché la maggior parte di queste persone sono sfruttate, c’è perfino un aumento consistente di minori che si prostituiscono in strada. Ci siamo interrogati su questo perché regolarizzare significa controllare, sosterete e ridurre il danno, fare opera sociale, dare ai cittadini l’impressione di non essere abbandonati a se stessi come spesso accade e qui devo felicitarmi con il comitato del Campiello che ha tutelato il bene comune. Lo spirito della proposta di legge è dunque da un lato di lasciare libertà a chi si vuole prostituire senza avere sfruttamento alle spalle e con una scelta di libertà, ma anche di tutelare la sicurezza anche dal punto di vista sanitario di chi resta sul marciapiede ed è merce di tutti. Le proposta sono molto vicine, analoghe. Il vero punto è quello di liberare le persone dal disagio, non ghettizziamo ma controlliamo questi luoghi, e infine mettiamo risorse al servizio dell’obiettivo, non come la legge Carfagna/Maroni che tagliava e non considerava. Ci deve essere un progetto di recupero, di reinserimento nel mondo del lavoro, magari anche solo di poter denunciare la realtà che ogni prostituta vive costantemente. In più c’è il dato allarmante dei minori con il coinvolgimento di età bassissime, fino addirittura a 12 anni. Non basta colpire il cliente, dunque, che favorisce questo mondo, ma va colpito anche e soprattutto lo sfruttatore al quale va imputato tutto il settore nascosto, la criminalità indotta, la circolazione della droga. La multa alla prostituta, se la prostituta è schiava, non significa niente, la donna non ha alternative a quello che fa. Credo che questa formula della legge nazionale in questi termini sia quella più adeguata per il conseguimento del federalismo anche su questo terreno.

stefano giacomin (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)STEFANO GIACOMIN- Un paio di osservazioni. Ho cercato su internet e trovato che c’è un pacco di proposte con tantissime firme. Quando siamo andati dal Prefetto ho chiesto di fare una lettera bipartisan perché le parti coinvolte sono decisamente trasversali. Ora recuperare risorse si può anche fare con una fiscalità, la prostituzione dà reddito quindi perché no? Le remore di ordine morale sono poco importanti dato che lo Stato salvo scrivere sui pacchetti di sigarette che fumare fa male sul fumo lucra tutto quello che può e raccoglie tutte le tasse che vuole. Si può studiare una norma che sia sintesi di esigenze anche diverse. Vediamo che le idee più o meno sono uniformi, le scelte da fare sono necessarie e devono essere laiche. La situazione attuale prima o poi sarà superata, come una piccola diga che crollerà. Ecco perché ci vuole una legge. Torno a riformulare anche qui la mia proposta e dico ai parlamentari di darsi una mossa perché è tempo.

DANIELA SBROLLINI- Il problema non è dei parlamentari ma del governo che non ha mai portato in parlamento le proposte ricevute regolarmente e registrate formalmente.

STEFANO GIACOMIN- Io credo che ci sia un convitato di pietra che agisce nell’ombra e quando si tratta di staccare la spina la stacca così che la lucidatrice si spegne. Forse ora con questa maggiore consapevolezza dei cittadini è maturo il tempo per parlare di questo argomento in modo civile e definitivo, cioè totalmente laico. Non ancora coinvolti sono Torri, Montecchio eccetera. Cosa succederà nel caso l’espulsione con le ordinanze porti il movimento della prostituzione più fuori e quindi verso quei territori? La prostituzione su strada è tanto più controllabile quanto più precisa è l’area in cui tutto il traffico si svolge. Oggi qualsiasi intervento per i Comuni è un problema specie se si tratta di minorenni che vanno ospitati a costi paurosi e senza rassicurazioni sui risultati.

ANTONIO DALLA POZZA- Il problema ulteriore è ance quello dell’immagine. Ma io dico se qualcuno si ricorda com’era Vicenza nel tratto da San Felice a San Lazzaro fino al 2008 deve constatare che l’immagine è diversa. Certo ci sono ancora sacche e presenze sporadiche, però l’immagine che cerchiamo di dare è molto diversa. Abbiamo semplicemente spostato il fenomeno, in alcuni casi ridotto, ma certo un risultato c’è ed è benefico per i residenti di quelle zone che oggi non chiamano più il 113 per schiamazzi, risse, spaccio, accoltellamenti, ecc. Inoltre questo spostamento mette le forze dell’ordine nella condizione di controllare meglio. Un po’ alla volta facciamo, ma se non arriva un aiuto dall’alto tutti gli sforzi in febbraio alla scadenza dell’ordinanza tutto più o meno tornerà come prima, quando si stava molto peggio di adesso.

 

nr. 40 anno XVI del 26 novembre 2011

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