NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

Autostrada Valsugana: i No della Valbrenta

di Gianni Celi

facebookStampa la pagina invia la pagina

Autostrada Valsugana: i No della Valbrenta

Contro quell’idea demenziale si erano schierati, accanto ai sindaci, i referenti del Coordinamento degli otto comitati della Valbrenta guidati da Tullio Todesco. Nel corso di un incontro con la stampa Natalino Vialetto, di Campolongo, ricordò come, con la nascita del Coordinamento, nel marzo del 1998, si fosse arrivati a sensibilizzare anzitutto la Provincia di Vicenza, la quale pagò, con un milione e 600 mila euro, un progetto che prevedeva il percorso di tredici chilometri da Pian dei Zocchi a Bassano quasi tutto in galleria, eccezion fatta per il tratto dei Fontanazzi di Solagna per la presenza di risorgive carsiche. Il progetto in questione, redatto nel 2005, avrebbe avuto un costo di 460 milioni di euro. Nel 2007, chiarì allora Vialetto, proprio quel progetto venne approvato dal consiglio di amministrazione dell'Anas con un impegno di spesa di seicento milioni di euro. Alla fine dello stesso anno, però, la Regione Veneto sottoscriveva, con il Governo, un atto per l'inserimento della variante della Valsugana nella cosiddetta "Legge obiettivo" che permetteva di erogare finanziamenti per opere strategiche, ma anche la presentazione di soluzioni ad opera di privati. Mentre si cercavano inutilmente finanziamenti statali, mentre si faceva arrivare nella sede della Comunità montana l'allora Ministro alle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, il quale stroncava ogni speranza dei valligiani assicurando la metà dell'onere previsto (duecento milioni appena) e ridimensionando il progetto (non due ma una sola canna), ben sapendo che il suo mandato stava per scadere per una crisi governativa in atto, arrivava, nel bel mezzo dell'estate del 2009, la provocazione di cui abbiamo parlato sopra.

RAFFAELE GRAZIA (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)In Regione fu il consigliere del Gruppo Veneto Partito Popolare Europeo, Raffaele Grazia a chiedere l’urgente convocazione del Consiglio regionale. Grazia voleva sapere, con un’interrogazione immediata alla presentazione della proposta di project financing «perché non fosse stata presa in considerazione la proposta concertata e approvata in modo unanime dagli Enti Locali interessati dal tracciato; perché non si fossero consultati i Sindaci, la Comunità Montana del Brenta, l’Amministrazione Provinciale di Vicenza; come mai le imprese Pizzarotti & C. spa - ing. E. Mantovani spa – Cis Compagnia investimenti sviluppo spa - Cordioli spa, il primo luglio congiuntamente avessero presentato alla Regione del Veneto una proposta di finanza di progetto, relativa alla progettazione, costruzione e gestione dell’ “Itinerario della Valsugana Valbrenta –Bassano Ovest – Superstrada a pedaggio; se le stesse fossero riunite in modo autonomo o fossero state “sollecitate” da qualcuno; se risultasse vero che fossero già stati spesi 18,2 milioni di euro per la progettazione; se avessero deciso autonomamente di assumersi un rischio di impresa di tali dimensioni o avessero ricevuto assicurazioni, da soggetti ignoti, che quei soldi sarebbero stati abbondantemente recuperati, ovviamente a carico dei contribuenti; perché ancora una volta era stato presentato un project financing con le caratteristiche ben note che si porta dietro; perché tale progetto aveva totalmente ignorato le ferree indicazioni fornite dal Ministero dell’Ambiente in merito alla negazione di ulteriori attraversamenti viari del fiume Brenta».

Chiedeva ancora il consigliere regionale Raffaele Grazia «se la Giunta regionale si fosse recata in loco per un sopralluogo prima di approvare la delibera del project financing ed infine, considerando che uno dei soggetti proponenti aveva tra i suoi amministratori, in qualità di vice-presidente, un importante politico europeo (l’on. Lia Sartori n.d.r.) chi lo aveva nominato in quel Consiglio di Amministrazione, se soggetti pubblici o privati».

Ecco, è su questo argomento che si fa forte la reazione dura degli amministratori della Valbrenta. In ultima analisi i sindaci della Valle si chiedono come mai la Regione abbia buttato alle ortiche un progetto costato un milione e 600 mila euro che accontentava tutti gli amministratori (comunali, provinciali e regionali) e che era stato approvato perfino dall’Anas, per dare spazio ad un nuovo progetto non condiviso e ad un nuovo scenario, quello autostradale che richiamerà traffico dalla Pedemontana. «Qua stiamo parlando della Monaco-Venezia, non del “nodo” stradale fra Pian dei Zocchi-Bassano – ha affermato il presidente della Comunità montana del Brenta, Luca Ferazzoli – e la cosa ci preoccupa non poco».

 

nr. 43 anno XVI del 17 dicembre 2011

« ritorna

Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar