NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Montecchio Maggiore : un colle due castelli

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Montecchio Maggiore : un colle due castelli

Montecchio Maggiore : un colle due castelli (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Le mura dei castelli, ad esempio, come sono state costruite, quando e da chi? La risposta arriva da una meticolose analisi degli alzati e dai segni lasciati dagli scalpellini. Lo studio sulla toponomastica svela l'origine del nome Montecchio e anche perché, fra i tanti Montecchio in Italia, proprio al nostro è toccato l'aggettivo di Maggiore. Senza poi dimenticare che i due castelli sono anche il luogo del sogno d'amore più famoso al mondo, quello di Giulietta e Romeo, che come tutti sanno fu portato a sempiterna memoria dalla penna di William Shakespeare. Ma, senza nulla togliere al sommo poeta e drammaturgo inglese, non è mai fuori luogo ricordare che fu proprio un vicentino, il conte Luigi Da Porto (1485-1529), comandante di una compagnia di cavalleria leggera della Repubblica di Venezia, a cantare per primo le sfortunate vicende dei due giovani innamorati ne "L'Historia novellamente ritrovata di due nobili amanti con la loro pietosa morte intervenuta al tempo di Bartolomeo della Scala", composta attorno al 1524 nella quiete della sua villa di Montorso, dove si era ritirato dopo essere stato gravemente ferito in battaglia.

E visto che di storia stiamo parlando, tutta la storia di quest'area la troveremo riunita nelle diverse fasi. Quella naturale, innanzitutto, che ci riporta ai tempi in cui anche Montecchio era sommerso dal mare, con barriere coralline ben testimoniate, ad esempio, dai fossili di SS. Trinità. Lo studio dei periodi più antichi della storia umana, partendo dal neolitico e arrivando fino all’epoca longobarda, fa capire la vivacità e l’intensità della frequentazione umana di queste terre fin dal lontano passato. L'attenzione poi si concentra sul medioevo, periodo in cui i castelli svolsero il loro ruolo fondamentale nella vita politico-militare del territorio. Infine con veloci passi e chiara esposizione, si attraversa l'epoca moderna per arrivare fino ai nostri giorni.

Montecchio Maggiore : un colle due castelli (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Nel saggio "Due castelli sul colle", che fa parte del volume, Vincenzo Roetta racconta su base storica le vicende dei Castelli di Montecchio, posti sul colle e noti come Castello di Bella Guardia e Castello della Villa. Il lavoro indaga la natura di tali luoghi fortificati antichi a partire dall’età feudale, quando qui esisteva un castello, dimora dei primi Signori di Montecchio dell’epoca (sec. XII – XIII). Segue quindi le vicende dei due successivi manieri di età scaligera (sec. XIV) i quali, dopo la breve signoria viscontea, passano sotto controllo veneziano (1404). LO storico narra poi le difficili traversie dei manufatti durante le guerre del primo ventennio del Cinquecento, fino al loro smantellamento ad opera dei Veneziani stessi affinché le due fortezze non tornassero utili al nemico. «Le vicende successive - afferma Roetta - quando ormai i due castelli erano ridotti in rovina, videro i ruderi contesi in dispute e liti giudiziarie tra il Comune di Montecchio e i competenti organismi di governo amministrativo e fiscale della Repubblica Veneta, per l’assegnazione e l’uso di quanto restava sull’area del colle e nei terreni circostanti. Nel 1742 i castelli furono acquistati dal Comune che pagò a Venezia 200 ducati. In epoca molto più recente ci furono i restauri eseguiti negli anni dal 1936 al 1939, e altri interventi succedutisi nel tempo a cura delle diverse amministrazioni cittadine. Oggi le due antiche costruzioni svolgono non solo una funzione di testimonianza storica e paesaggistica, ma anche quella di attrattiva turistica e culturale».

Infine, leggendo la sezione di ricerche geologiche curata da Paolo Mietto, si scopre che la ben nota pietra tenera o "Pietra di Vicenza", da tempo immemorabile estratta quale pregiata pietra da costruzione e che per le sue caratteristiche era tra i materiali privilegiati dal grande Andrea Palladio, la si ritrova qui, in una grande cava sotterranea che si estende sotto il Castello di Bella Guardia, più noto come di Giulietta. Si tratta di un vasto sistema di vani intercomunicanti, conosciuto come "le Priare", che ha uno sviluppo complessivo di quasi 1500 metri. Grazie alla collaborazione fra Comune di Montecchio e Club Speleologico Proteo di Vicenza, verso la fine del 2008 queste antiche cave sono state aperte al pubblico. La visita si svolge in assoluta sicurezza in un ambiente del tutto singolare e ricco di fascino e di suggestioni, alimentate anche dalla lunga storia delle Priare e dalle immancabili leggende che vi aleggiano.

 

nr. 43 anno XVI del 17 dicembre 2011

Montecchio Maggiore : un colle due castelli (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)

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