NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Caravaggio, la tela e la musica jazz

di Elena De Dominicis
elenadedominicis@virgilio.it

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Caravaggio- Nero d’avorio

Caravaggio- Nero d’avorio (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Le musiche sostengono il personaggio più con il ritmo che non con strutture melodiche.

G.M.: «Vengono ripresi elementi e motivi musicali anche del periodo, rielaborati completamente da Fabrizio Sirotti, pianista che vive a Parigi, con lo stesso principio di una jam session di jazz: l’attore e la musica interagiscono con effetti di improvvisazione anche se, naturalmente, è tutto studiato e stabilito dettagliatamente; però esistono momenti in cui sia i musicisti che Alessio fanno delle variazioni sul tema».

Caravaggio- Nero d’avorio (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Lei usa delle luci molto taglienti, con delle linee geometriche molto precise.

G.M.: «Assolutamente. Anche il lavoro sulle immagini va secondo dei tempi e anche quello è un linguaggio: musica, luci, recitazione sono tutti insieme un momento di teatro totale».

Caravaggio e una tela bianca che è fonte di litigio tra tre amici (la commedia “Art” di Yasmina Reza ndr). Un’ellissi filosofico -antropologica alla Stanley Kubrick che viene rappresentata dallo stesso attore.

A.B.: «Mi intriga l’arte, io sono attratto da quelle cose lì. Tu sai solo quello a cui dico di sì, non sai quello a cui dico di no: sono molti di più i “no” che i “sì”, senza presunzione, e vengo indirizzato perché sono attratto da quella cosa. Se ti proponessero delle cose, sono sicuro che tu andresti in una direzione e non in un’altra: non finiresti mai in un reality. Finiresti, che ne so, in un percorso itinerante con Philippe Daverio o il professor Stefano Bonaga a controllare i dipinti fatti a Bassano del Grappa: è quello che sei tu da cui vieni attratto».

Caravaggio è percepito dai più come il pittore della luce, voi ne avete fatto il pittore del buio.

G.M.: «Della luce nel buio! Lui si era costruito una specie di scatola nera e la luce di Caravaggio è quella che emerge dl buio, sono ben altri i pittori che inondano i loro quadri di luce: lui fa emergere il contrasto, il taglio della luce, che si esalta e si evidenzia proprio perché su nero».

Caravaggio- Nero d’avorio (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)La location le è piaciuta?

G.M.: «Splendida, sia io che Alessio e i musicisti l’abbiamo trovata straordinariamente bella e acustica, un posto incantevole, direi che sembra concepita apposta per fare spettacolo».

Ho visto che Alessio ha una gestualità ridondante, ma non enfatica, ingombrante: è come se lei gli facesse occupare tutta la tela.

G.M.: «Si, esattamente così! Caravaggio era un personaggio debordante, assolutamente. Anche nevrotico probabilmente. Tra l’altro Alessio è un attore particolarmente indicato perché, oltre averlo fatto in televisione, lo ha studiato a fondo. Ha ripercorso la vita di Caravaggio “vivendosela” e ce l’ha dentro più di altri personaggi».

Tra l’altro leggevo che ci sono delle coincidenze incredibili di date e nomi. È un testo scritto in maniera molto articolata: è la vita dell’artista che si intreccia con le opere e l’occhio del pittore.

G.M.: «Si, è un testo scritto da Massimo Pulini, che è un pittore, insegnate dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, attualmente è assessore alla cultura a Rimini. Lui ha attribuito a Caravaggio il quadro del cardinale Scipione Borghese, ne hanno parlato diversi giornali, e pare che la sua attribuzione sia corretta perché nel restauro che è stato fatto, dal fondo e da alcuni particolari, si evince che sarebbe un’opera di Caravaggio. Alcuni studiosi che sono stati chiamati hanno confermato questa sua scoperta e questo è avvenuto, per caso, a cavallo dello spettacolo. Sembra proprio che queste coincidenze di cui parlava Alessio siano quasi inquietanti!».

Alessio, tu stai facendo una tournée di letture che toccano vari temi, il 13 di agosto sarai al Giglio per fare un reading in commemorazione delle vittime del naufragio della Concordia. Sarai anche Ulisse per una fiction della Rai. Che idea ti sei fatto del rapporto tra uomo e navigazione?

A.B.: «Ah enorme! È tutto: colui che è temerario, guarda al mare e vuole scoprire cosa c’è di là, è l’uomo per eccellenza. Proprio il conflitto con le onde, che poi è il conflitto con gli ostacoli che ci si pongono e bisogna assolutamente passarli: se ti spaventa un’onda e ti ritrai un attimo e ti fermi con i remi, ti viene addosso e ti ammazza. La devi varcare dolcemente e passare dall’altra parte».

 

www.artisceniche.com



nr. 29 anno XVI del 28 luglio 2012

Caravaggio- Nero d’avorio (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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