NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

Il “Viento del tango” ha portato Zotto a Vicenza

È riconosciuto come una dei tre migliori ballerini di tango del secolo, la sua esibizione al Comunale è stato un grande successo, Miguel Angel ci spiega cos’è la “letteratura” di questo ballo nato a Buonos Aires

di Elena De Dominicis
elenadedominicis@virgilio.it

facebookStampa la pagina invia la pagina

Viento de Tango

La stagione della danza del Teatro Comunale di Vicenza si è aperta con lo spettacolo “Viento de Tango” portato in scena da uno dei maggiori esponenti di questa arte ed eletto in patria come uno dei tre migliori ballerini di tango del secolo: Miguel Angel Zotto. Lo spettacolo è stato messo in scena con la collaborazione dell’esecuzione dal vivo delle musiche da parte del gruppo Sexteto tipico Viento de Tango un ensemble italiano classico in cui vediamo due bandoneon, un violino e un violoncello, un contrabbasso e un pianoforte. Mancano effettivamente gli strumenti a percussione poiché il ritmo viene sottolineato dagli accenti stessi della musica. L’ensemble è stato accompagnato a sua volta dalla cantante Monica Marziota. Uno spettacolo intenso, ben calibrato tra danza, musica strumentale e canto che ha ricevuto il meritato consenso da parte del pubblico vicentino. Abbiamo incontrato il celebre ballerino di tango, Miguel Angel Zotto.

 

Viento de Tango (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Il tango come lo conosciamo oggi è un genere abbastanza recente storicamente, perché comincia nei primi del ‘900 ha il suo exploit negli anni ’30, eppure è diventato il simbolo più riconoscibile e caratterizzante dell’Argentina. È protetto dall’Unesco come patrimonio culturale dell’umanità. Come si è arrivati a questi riconoscimenti così importanti nell’arco di così poco tempo?

«Fondamentalmente, gli emigranti di diverse culture europee hanno creato la musica, la letteratura e la danza, altrettanto importante. Per esempio il bandoneon è uno strumento tedesco. La musica fondamentalmente è nata dall’influenza italiana e spagnola, la milonga che è il padre del tango ha un’influenza africana; il personaggio, il vestito, dal francese arrivato a fine ‘800 in Argentina. La letteratura è una mescolanza di lingue, noi non parliamo spagnolo, parliamo castigliano, nel tango non si parla nemmeno il castigliano, si parla in maniera metaforica, nella letteratura tanguistica. Tutto è successo nell’arco di un secolo: poi c’è stata una nuova esplosione, con uno spettacolo che si chiamava “Tango argentino” che è stato il nuovo rinascere del tango al quale ho partecipato per 5 anni e poi ho creato la mia compagnia e ho cominciato a girare per tutto il mondo».

Il tango è sia un genere musicale che un tipo di ballo. C’è quindi un legame fortissimo sia tra un genere musicale e il genere di danza che esprime questa musica. Questo succede spesso nella musica fortemente etnoriferita. Per esempio accade nel flamenco e nelle sue varie sfumature, così come nelle musiche del Sud Italia. Quando si parla di tango spesso lo si associa a una grande capitale come Buenos Aires. Buenos Aires ha un suo tipo di tango che la caratterizza rispetto al resto dell’Argentina?

«Buenos Aires è la capitale del tango ed è dove nato il tango. Nella provincia si ballava meno che a Buenos Aires perché è la capitale. Quello è un problema socioeconomico e sociopolitico dell’Argentina: tutto è concentrato a Buenos Aires quello è il problema nostro: siamo in Veneto, Vicenza non c’entra con Venezia, ha la sua autonomia. Da noi è tutto concentrato a Bueons Aires. Anche in provincia abbiamo delle università, ma se non vai a Buenos Aires, non puoi fare carriera. In quella grande città, in cui oggi ci sono 14 milioni di persone, si crea questa danza, musica e letteratura».

Ci spiega la letteratura del tango?

«I temi sono della donna, dell’uomo, del lavoro, dell’amicizia eccetera, ma metaforicamente con le parole di quel dialetto che era il dialetto di Buenos Aires. Con immagine metaforiche: “Acaricia mi ensueño
el suave murmullo de tu suspirar”.
Ensueño è prima di sognare, quando ti stai addormentando. L’autore Le Pera dice che lei lo sta accarezzando nella dolcezza, stanno dormendo insieme. Il murmullo è il respiro che cambia: quel soave respiro che cambia accarezza l’ ensueño. Questa è la letteratura del tango e la gente sfortunatamente non la capisce e non è interessata».

continua »

Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar