NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Il “Viento del tango” ha portato Zotto a Vicenza

di Elena De Dominicis
elenadedominicis@virgilio.it

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Viento de Tango

Dicevamo che il tango è ciò che caratterizza e identifica l’Argentina. Moltissimi musicisti e direttori d’orchestra erano di origine italiana. Lei stesso lo è. Eppure sia nella musica che nella danza non si sentono delle influenze così riconoscibili di origine italiana o mediterranea. Come sono riusciti a creare un genere completamente nuovo senza influenzarlo con la musica dei paesi d’origine, o almeno non in maniera così esplicita?

«Quella è la complessità del tango. Piazzolla crea un’altra musica nuova con quella base: creatività della necessità. Noi abbiamo la necessità di avere un’identità culturale che rappresenta quella città: Buenos Aires, la grande metropoli latinoamericana molto europea. Ed era più europea prima, eravamo la 5° potenza del mondo, tra il 1850 1930, una grande potenza socioeconomica mondiale. Quando i fratelli Lumière creano il cinema, contemporaneamente, quando fanno la proiezione del film del treno, a Parigi (loro erano di Lione), la seconda città era Buenos Aires, perché era una potenza economica e la gente non lo sa».

Viento de Tango (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Quindi grazie a questo fermento economico e culturale si è creato qualcosa di nuovo che si è poi sedimentato e solidificato.

«Esatto».

Oggi si parla di “tango nuevo”, più moderno. In cosa differisce rispetto a un tango più tradizionale, inteso sia come musica che danza?

«Io credo che il tango elettronico sia musica funzionale; come i Gotan Project: non è tango. È musica funzionale, che entri in un posto e c’è quella musica lì. Il tango nuevo lo crea assolutamente Piazzolla, dal ‘60 fino alla morte ne ha creato una quantità. Quello è un genere musicale veramente nuovo e innovativo, con un scrittura diversa, con la sincope e con la scrittura come si faceva nella musica classica. Quello è un genere musicale nuovo e vero. Il nuovo tango nella danza si crea nel ’40: coreograficamente Petroleo con 5 amici, dal ‘38 al ‘45 rivoluziona e crea tutte le combinazioni che oggi stiamo facendo. Oggi non è che c’è un tango nuovo, c’è un sintetizzatore con una base, ma non è che è qualcosa di nuovo. Poi va bene però è una musica funzionale».

Come dicevamo, uno dei musicisti più famosi è sicuramente Astor Piazzolla, che aveva uno stile inconfondibile e che aveva scritto anche per artisti internazionali, come la nostra Milva. Il suo forse era uno stile più adatto ai gusti europei, era considerato un innovatore eppure alcuni suoi componimenti sembrano fortemente ispirati alla musica barocca e classica. L’innovazione può passare attraverso un’ispirazione al classico, anche nella danza?

«Si assolutamente: per “pulire” la danza, che è popolare, deve passare qualche movimento dal classico. Fondamentalmente la donna, è una caratteristica della mia compagnia, cerco sempre ballerine donne che arrivino dalla danza classica mentre gli uomini dalla danza popolare, in generale».

Spesso si dice che chi ha una base di danza classica riesce ad affrontare meglio tutti gli altri tipi di danza. Vale quindi anche per il tango?

«Si sì».

C’è un film, scritto, diretto e interpretato da Robert Duval e prodotto da Coppola che si chiama “Assassination tango”, in cui lui fa il killer mercenario e va in Argentina per commettere un omicidio. Qui incontra una maestra di tango, interpretata da Luciana Pedraza (che poi è diventata davvero sua moglie) e diventano amici; in questo film viene mostrato chiaramente come il tango sia proprio una lingua con le sue cadenze e i suoi accenti e che addirittura ogni coppia può avere il suo stile. È davvero come viene spiegato in questo film?

«Più o meno. Il film non rappresenta l’Argentina».

Quali sono i rischi di una snaturalizzazione del tango, oggi, per esempio per motivi turistici e quali invece le contaminazioni più interessanti? I Gotan Project hanno contribuito a svegliare l’interesse?

«Certo. L’apporto dei Gotan Project e di altri artisti del rock, in Argentina, che si avvicinano, Julio Iglesias a suo tempo o anche Madonna, che hanno fatto cose con il tango, quello è importantissimo che i giovani si avvicinino. Tutto è sempre stato contaminato, ma l’autenticità deve sempre rimanere con la gente. Quando allontani la donna perdi la sensualità della danza, diventa una ginnastica per danzatori. Il tango autentico è quello dove la donna balla dentro l’abbraccio dell’uomo, é quello che ha avuto successo in tutto l mondo, per il contatto. Poi, certo, ci sono le contaminazioni, è ovvio, c’è tantissimo del tango che non è conosciuto e si può diffondere e poi in Argentina è importante che si conosca la letteratura, quelle metafore, alla Pirandello della prima epoca, c’è un ‘influenza pirandelliana. Io credo che anche semplificare il tango perché la gente pertecipi di più… si può ballare a un compleanno non è che se si suona un tango la gente non balla perché non conosce quel codice, basta rimanere nell’abbraccio, quello è fondamentale».

 

nr. 40 anno XVII del 17 novembre 2012

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