NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

Quando la ballerina classica è donna

di Elena De Dominicis
elenadedominicis@virgilio.it

facebookStampa la pagina invia la pagina

BalletBoyz

Oggi ci sono molti talent show in tv, ora anche di danza. In Italia ne abbiamo uno da circa una decina d’anni e per quanto si discuta sulla qualità di questo tipo di televisione, queste trasmissioni hanno il merito di aver portato a teatro moltissimi giovani a vedere la danza e il balletto. Da noi il teatro, l’opera, la danza sono abbastanza percepiti come qualcosa per un pubblico più adulto, se non anziano. Recentemente ho visto un talent inglese che si chiama “Got to Dance” e ho notato che ci sono davvero tanti gruppi di giovanissimi che partecipano alla gara. Che tipo di rapporto hanno i giovani britannici con la danza e il balletto, è qualcosa di diffuso come lo è la musica?

M.N.: «Ora la danza è un po’ più “accettata”, i giovani vanno a teatro, ma scelgono cosa guardare, non guardano tutto. Il nostro pubblico è tra i 50-60, ma la maggior parte dei nostri è tra i 18 e i 24, qualcosa dovrebbe cambiare».

W.T.: «I nostri danzatori prima erano sui 35 anni ora tra i 21-25».

M.N.: «Ora il nostro pubblico è abbastanza variegato: anche in Inghilterra l’audience della danza e del balletto è abbastanza anziana, ma ora stiamo avendo pubblico giovane perché questi danzatori che abbiamo nella compagnia li presentiamo come “the talent”e immagino che la gente pensi che sia riferito a qualche talent show. Sono molto popolari non so come mai, ma è successo».

Ma la danza è culturalmente importante come la musica?

M.N.: «No, io non credo, ora sta diventando un po’ più popolare».

W.T.: «La danza è più difficile da vendere rispetto alla musica, non puoi farci molti soldi sopra: nella musica vendi i dischi e i concerti a centinaia di migliaia di persone».

BalletBoyz (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Ho visto il vostro sito, il layout ricorda le riviste di design o di moda, quanto è importante per voi l’estetica nella comunicazione? Pensate che questo tipo di arte possa fondersi o arricchire l’esperienza della danza nel pubblico o negli utenti?

W.T.: «Penso che sia molto importante: è il modo in cui invitiamo le persone a vederci, sappiamo che 500 o 1000 persone verranno a vedere lo spettacolo, ma veramente tantissime possono guardare il sito. È un modo per presentarsi alla gente, è come la vetrina di un negozio e deve essere ottima».

M.N.: «La nostra arte è visiva e questo focalizza le cose giuste riguardo alla tua forma d’arte».

Nei giorni scorsi il regista Peter Brook è venuto in Italia, ospite del Teatro Valle Occupato. In un videomessaggio in sostegno al Teatro Valle pone il quesito su quale sia l’utilizzo del teatro oggi, a che serve un teatro oggi. Oggi c’è una crisi molto profonda ovunque eppure è un momento in cui tantissimi artisti riescono ad essere creativi e hanno idee da condividere. In Italia si dice sempre più spesso: “la gente non arriva alla fine del mese”, eppure a teatro ci si va lo stesso. Perché secondo voi è ancora importante andarci?

M.N.: «Al momento la danza sopravvive nonostante la crisi economica e penso che una delle ragioni sia la partecipazione: si va in un teatro con centinaia di persone e si fa un’esperienza. C’è qualcosa di più solitario nel guardare le cose in tv, è una dinamica completamente diversa: devi esserci per vederlo».

W.T.: «Devi organizzarti la vita per esserci e devi essere in tempo per l’inizio, non puoi guardarlo successivamente».

Si, ma nonostante non ci siano soldi la gente viene lo stesso, perché?

M.N.: «Perché la cultura è l’ultima cosa che se ne va sebbene sia sempre la prima cosa che la gente cerca di bloccare e a cui togliere risorse perché i governi pensano che non sia importante».

Quindi anche in Inghilterra?

M.N.: «Sicuro! È la prima cosa che tagliano!».

W.T.: «Comunque, anche quando possono, danno quantità minuscole di fondi, anche per altre cose, ma è cruciale: la gente ama queste cose e non riesci a recuperarle se te ne sbarazzi».

M.N.: «È qualcosa che crea l’identità della gente, è la tua cultura, non puoi perdere la tua cultura, una volta che è perduta ci vogliono anni e anni per ristabilirla».

 

www.artisceniche.com



nr. 15 anno XVIII del 20 aprile 2013

« ritorna

Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar