NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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La notte delle Pleiadi

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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La notte delle Pleiadi

La notte delle Pleiadi (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Come in questo, anche nel suo libro precedente - Il labirinto - racconta la storia di una donna alle prese con amori e relazioni difficili... un tema ricorrente per lei?

"È più frequente di quello che si possa credere. È pur vero che non arrivano alla mia attenzione situazioni felici e non dubito per questo, anzi, credo fermamente che relazioni felici siano frequenti. Certe persone sono ovviamente più vulnerabili di altre nel trovarsi ingabbiate in situazioni disfunzionali, ma siamo tutti potenzialmente a rischio, anche le personalità cosiddette forti. Ogni situazione di conflitto interpersonale, ogni crisi psicologica, ogni evento relazionale traumatico come un tradimento, una separazione o un lutto, mettono alla scoperto la nostra fragilità. Perdiamo del tutto la razionalità riguardo alla relazione, caratterizzata dalla mancanza di senso, all’impossibilità di rintracciare una qualche coerenza, un significato accettabile in ciò che ci accade. Come esseri umani, in ambito relazionale e affettivo, abbiamo la necessità di capire il perché di un dato comportamento che presuppone l’esistenza di una causa e di un effetto; questa logica si dimostra tanto più inefficace quanto più é complesso il contesto. Infatti, i rapporti umani rispondono a una psico-logica che ha poco a che vedere con la logica lineare".

Le protagoniste dei suoi due romanzi sono donne che soffrono per amore ma riescono alla fine a superare le crisi... ma è verosimile? Quante ci riescono?

La notte delle Pleiadi (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)"La morte di un amore è paragonabile alla perdita di una persona cara: lo stesso strazio, lo stesso vuoto, ti senti mutilato, impotente e vinto. Quando il problema riguarda il rapporto con l’altro, uno degli errori più comuni è tentare di comprendere i motivi delle sue azioni partendo dal presupposto che la sua mente funzioni come la nostra. Nell'impossibilità di capire, di trovare una ragione, la sofferenza interiore diventa disperante, i perché che non trovano risposta, arrovellano la mente, confondono. La depressione avanza, il senso di impotenza si appropria di spazi vitali ...è in questo momento che il bisogno di parlare, senza il timore di essere giudicati, si fa sentire. E si intraprende il difficile percorso, si cammina insieme e, una volta per tutte, si affronta il problema reale: il rapporto con se stessi, con la percezione di sé, con una storia personale piena di nodi e di discontinuità, di timori e di traumi. Le donne dimostrano più coraggio nel mettersi in discussione, di mettersi a nudo, di affidarsi, di affrontare e superare le conseguenze di un disastro emotivo".

Dedica il romanzo alle sue pazienti e a tutte le donne che hanno ritrovato la gioia di vivere dopo amori impossibili. Ma crede sia solo una prerogativa femminile?

Non c'è differenza, uomini e donne ricorrono in egual misura alla psicoterapia. La differenza che esiste tra i due sessi è che la donna, quando intuisce che può essere vittima di un rapporto disfunzionale, quando la sofferenza psicologica stravolge la sua esistenza, trova il coraggio di chiedere aiuto. Gli uomini hanno maggior difficoltà a chiederlo, quando sono loro le vittime. Si sentono irrimediabilmente feriti dall'esperienza fallimentare e, a differenza delle donne, devono misurarsi con lo stereotipo culturale che ancora oggi li condiziona, e cioè quello del maschio cacciatore e non preda, 'l'uomo che non deve chiedere mai'. La risposta alla sua domanda è che gli uomini arrivano dallo psicoterapeuta per tantissime altre ragioni, pochi trovano il coraggio dopo un rapporto disperante. Quando il tentativo di uscire dalla crisi con l'auto terapia del 'chiodo scaccia chiodo', tutt'altro che tramontata, fallisce e decidono di intraprendere il difficile percorso di revisione critica del loro vissuto affettivo. Non c'è differenza tra uomini e donne nel voler ritrovare la voglia di vivere".

Mette in pessima luce gli uomini che amano poco, ma non crede che ci siano anche molte donne così?

"Il fenomeno del narcisismo non guarda in faccia il genere sessuale, anche se la tematica del narcisismo viene maggiormente affrontata e declinata al maschile. Narciso o donna narcisa, hanno in comune il mondo relazionale gravemente compromesso dall'ambiguità delle dinamiche comunicative che li caratterizzano; da un'intelligenza emotiva della quale i narcisisti son tendenzialmente privi. Il narcisista o la narcisa sono soltanto la proiezione terrificante dell’incapacità di amare qualcuno all’interno di una realtà psicologica: congiunta, appagante, condivisa e progettuale. Nella mente del narcisista l’altro non esiste, non esiste come interlocutore, non esiste come persona ma è solo specchio e strumento per convalidare la propria immagine e arricchire una narrazione egocentrica. Le donne e gli uomini coinvolti in una dipendenza affettiva disfunzionale, vengono inizialmente sedotti dalla sicurezza con cui il partner sembra sceglierli e, subito dopo, rimangono intrappolati nell’ambivalenza, nell’incostanza, nel turbinio di silenzi e di attacchi che caratterizza questo tipo di dipendenze amorose".

La notte delle Pleiadi (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)



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